⌂ Chi siamo → il servizio di farmacologia clinica → dizionario di Farmacologia di Genere
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Attenzione:
Le seguenti informazioni provengono da ricerche effettuate da studentesse e studenti e non vanno intese come indicazioni mediche. Inoltre, nonostante il nostro impegno a fornire informazioni sempre aggiornate, la ricerca farmacologica evidenzia continuamente nuovi dati relativi ai farmaci e ai loro effetti sul corpo umano. Pertanto, quanto presente in questa pagina ha il solo scopo di raccogliere informazioni già di dominio pubblico relative alle differenze di sesso e genere in farmacologia, e di organizzarle, per aiutare a fare un po' di chiarezza.
Acido acetilsalicilico (aspirina)
Formula chimica
C9H8O4
Indicazioni sul composto
L'acido acetilsalicilico è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS). Inibisce in modo irreversibile entrambi gli enzimi cicloossigenasi (COX) coinvolti nella conversione dell'acido arachidonico in prostaglandine e tromboxani.
Utilizzo
Anti-infiammatorio
Alleviamento del dolore (analgesico)
Febbre e raffreddore
Artrite e dolori reumatici
Prevenzione cardiologica
Dolori mestruali
Mal di denti
Dolori muscolari
Mal di testa
Differenze di genere
Il tasso di eliminazione è più rapido nella popolazione maschile, ma l'efficacia è maggiore nelle donne.
L'uso di acido acetilsalicilico potrebbe interferire con la fertilità, perciò devono essere informati i soggetti di sesso femminile ed in particolare le donne che hanno problemi di fertilità i che sono sottoposte ad indagini sulla fertilità.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in caso di effettiva necessità. Infatti, l'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza.
Quando si allatta è da evitare l'assunzione dell'aspirina a dosaggio pieno perché nei bambini piccoli potrebbe causare una sindrome rara, chiamata sindrome di Reye, che può causare coma e può essere persino letale. Anche se la quantità del farmaco che passa nel latte è esigua, è preferibile sostituirla con un altro principio attivo.
Adrenalina
(Epinefrina)
Forula chimica
C9H13NO3
Informazioni sul composto
L'adrenalina è un ormone neurotrasmettitore prodotto naturalmente dalle ghiandole surrenali e somministrabile per via endovenosa, intramuscolare o sottocutanea. La forma farmacologica è meglio nota con il nome di epinefrina. Si tratta di un farmaco simpatomimetico che agisce principalmente sui recettori adrenergici, emulando gli effetti del sistema nervoso simpatico, in particolare in situazioni di stress e emergenza, che fanno entrare il corpo nella situazione di "fight or fly". Inoltre, promuove la gluconeogenesi e la glucogenolisi, aumentando i livelli di glucosio nel sangue per fornire energia rapida all'organismo in situazioni di emergenza. I suoi effetti derivano principalmente dall'attivazione dei recettori alfa (α1, α2) e beta (β1, β2, β3), ognuno dei quali ha un impatto specifico sul corpo:
Recettori Alpha-1 (α1): vasocostrizione e aumento della pressione arteriosa;
Recettori Beta-1 (β1): incremento della frequenza cardiaca (effetto cronotropo positivo), della forza di contrazione (effetto inotropo positivo) e della velocità di conduzione (effetto dromotropo positivo);
Recettori Beta-2 (β2): broncodilatazione, migliorando la respirazione in condizioni come asma o broncoospasmo, vasodilatazione e riduzione della pressione sanguigna diastolica (DBP);
Recettori Beta-3 (β3): stimolano la lipolisi, cioè la mobilizzazione dei grassi dai depositi adiposi, e favorisce il rilassamento della muscolatura liscia, come quella delle vie urinarie e dell'utero.
L'epinefrina subisce un'ampia biotrasformazione, principalmente nel fegato, nei reni e in altri tessuti extraneuronali. I principali enzimi metabolici coinvolti nel suo metabolismo sono la monoamino ossidasi (MAO) e la catecol-O-metiltransferasi (COMT), che degradano l'epinefrina in metaboliti inattivi, in particolare l'acido vanilmandelico. dopo somministrazione endovenosa, l'epinefrina viene rapidamente distribuita in tutto il corpo. Il profilo farmacocinetico rivela un rapido declino delle concentrazioni plasmatiche, con uno stato stazionario tipicamente raggiunto entro 10-15 minuti quando somministrato come infusione continua. La maggior parte dell'epinefrina viene eliminata attraverso vie metaboliche, con solo una frazione minima escreta immodificata nelle urine. Il fegato ha un ruolo predominante nella clearance dell'epinefrina, contribuendo in modo significativo alla sua rimozione dal flusso sanguigno. Ulteriori contributi al processo di eliminazione provengono dai reni, dal muscolo scheletrico e dagli organi mesenterici, tutti vitali nella clearance del farmaco dalla circolazione. La metanefrina è il principale metabolita che deriva dalla metilazione dell’adrenalina, catalizzata dalla COMT e presente al 40% nei metaboliti dell'adrenalina eliminati tramite l'urina. Con la stessa percentuale tra questi si trova anche l'acido vinilmandelico. Si ha poi un 7% di 3-metossi-4-idrossifenoglicole e un 2% di Acido 3,4-diidrossimandelico. Il restante 1% dei metaboliti urinari dell'adrenalina è formato da derivati acetilati di questa.
Gli effetti avversi dell'adrenalina dipendono dalla dose e dalla risposta individuale al farmaco e comprendono:
Tachicardia;
Ipertensione;
Aritmie;
Angina;
Ansia
Tremori
Vertigini
Capogiri
Cefalea
Respiro affannato
Debolezza
Nausea
Utilizzi
Utilizzata principalmente nel trattamento delle reazioni di ipersensibilità e in contesti di emergenza medica(RCP), per prolungare l'azione degli anestetici infiltrati. Dal 1987 l'EpiPen ha reso disponibile l'adrenalina in una forma adatta per l'autosomministrazione, specialmente per i pazienti con allergie gravi: l'adrenalina agisce rapidamente contraendo i vasi sanguigni, aumentando la pressione arteriosa e rilassando i muscoli delle vie respiratorie per facilitare la respirazione. Può essere usata anche per trattare le crisi di asma, perchè l'adrenalina agisce anche come broncodilatatore, rilassando i muscoli delle vie respiratorie, riducendo l'infiammazione e permettendo un flusso d'aria migliore nei polmoni.
Differenze di genere
L’epinefrina come farmaco può avere risposte diverse tra uomini e donne a causa delle variazioni ormonali e fisiologiche presenti tra i sessi. Le donne tendono ad essere più sensibili agli effetti dell’epinefrina e potrebbero rispondere a dosi più basse rispetto agli uomini: gli estrogeni, prevalenti nelle donne, aumentano la sensibilità ai recettori adrenergici, potenziando l’effetto dell’epinefrina. Sebbene non ci siano differenze significative nelle raccomandazioni terapeutiche basate sul sesso, le risposte cardiovascolari e metaboliche possono variare, richiedendo un monitoraggio adeguato e aggiustamenti nei dosaggi. Perciò, seppure entrambi i sessi producono adrenalina in risposta a situazioni stressanti, le donne tendono a sperimentare una risposta più duratura e complessa, mentre gli uomini rispondono più rapidamente e un periodo più breve.
Alprazolam (Xanax)
Formula chimica
C₁₇H₁₃ClN₄
Indicazioni sul composto
Fa parte della famiglia delle benzodiazepine.
Utilizzo
Riduce ansia, facilita il sonno, diminuisce l’agitazione e lo squilibrio emotivo, esercitando una riduzione dell’attività del sistema nervoso centrale.
Differenze di genere:
In gravidanza può generare malformazioni (a carico di polmoni, cuore, reni e scheletro).
Il numero di segnalazioni di eventi avversi è maggiore nella popolazione femminile.
Le benzodiazepine mostrano un’alta affinità per il tessuto adiposo, dove tendono ad accumularsi. Questo provoca un aumento significativo dell’emivita del farmaco nelle donne, essendo caratterizzate da una maggior percentuale di massa grassa rispetto agli uomini.
Le donne presentano una minor concentrazione di proteine plasmatiche rispetto agli uomini che si traduce, soprattutto nel caso di assunzione di farmaci che si legano tenacemente alle proteine stesse, come le benzodiazepine, in un maggior rischio di effetti collaterali e di tossicità, a parità di dose somministrata.
Le concentrazioni plasmatiche di alcuni psicofarmaci possono subire delle variazioni in relazione alle diverse fasi del ciclo mestruale.
La somministrazione a dosi elevate, per lunghi periodi di tempo, possono causare, nelle donne, un incremento della cataratta; mentre negli uomini è più probabile che si verifiche una vascolarizzazione corneale.
Amiodarone
Forula chimica
C25H29I2NO3
Informazioni sul composto
Antiritmico di classe III, conosciuto con il nome commerciale di Cordarone.
Inibisce i canali del Potassio, provocando un prolungamento della fase III di ripolarizzazione del potenziale d’azione ed un aumento del periodo refrattario;
Possiede effetto cronotropo ed inotropo negativo, in quanto riduce la frequenza cardiaca e la forza di contrazione del cuore;
Può poi esercitare un’azione di freno sul sistema simpatico autonomo, essendo un antagonista non competitivo dei recettori alfa e beta-adrenergici.
Utilizzi
Viene impiegato nel trattamento di vari tipi di aritmie cardiache, in particolare nei pazienti affetti da cardiomiopatia dilatativa o ischemica e con aritmie refrattarie ad altri farmaci, con l’obbiettivo di ripristinare un ritmo sinusale.
Differenze di genere
Il metabolismo epatico dell’Amiodarone nel sesso femminile è più lento, perché gli estrogeni possono influenzare l’attività enzimatica del citocromo P450, concorrendo ad aumentare la concentrazione plasmatica di farmaco, la sua tossicità e, perciò, gli effetti collaterali;
L'accumulo maggiore nelle donne viene potenziato anche dalla percentuale maggiore di grasso corporeo presente nel sesso femminile;
Per questi motivi, aumenta anche il rischio di sviluppare bradicardia ed ipotensione.
Amitriptilina
Formula chimica
C20H23N
Informazioni sul composto
Nato come antistaminico, ma poi riscoperto come antidepressivo triciclico (TCA): blocca il riassorbimento di noradrenalina e serotonina nel sistema nervoso centrale
Utilizzo
Trattamento della depressione
Disturbi d'ansia
Dolori neuropatici (tra cui la vulvodinia)
Insonnia
Dolore cronico
Cefalea
Enuresi notturna nei bambini
Differenze di genere
Nel sesso femminile si ha una metabolizzazione del farmaco più lenta, che porta ad un accumulo plasmatico maggiore e dunque, a più effetti collaterali, tra cui:
Maggiore aumento di peso
Effetto sedativo maggiore
Anifrolumab
Formula chimica
C₆₄₄₄H₉₉₆₄N₁₇₁₂O₂₀₁₈S₄₄
Informazioni sul composto
Anifrolumab è un anticorpo monoclonale umano di immunoglobulina G1 kappa (IgG1κ), prodotto in cellule di mieloma murino (NS0) mediante tecnologia del DNA ricombinante.
Utilizzo
Anifrolumab è indicato come terapia aggiuntiva per il trattamento di pazienti adulti affetti da lupus eritematoso sistemico (LES) attivo, autoanticorpi-positivo, in forma da moderata a severa, nonostante la terapia standard.
Differenze di genere
Attività basale di interferone di tipo I: le donne presentano un'attività basale di interferone di tipo I superiore rispetto agli uomini, il che potrebbe portare a una maggiore suscettibilità agli effetti collaterali associati all'uso di anifrolumab.
Influenza degli estrogeni: gli estrogeni possono modulare l'azione di anifrolumab, influenzando la risposta terapeutica e il profilo di sicurezza del farmaco nelle donne.
Composizione corporea e peso: le differenze nella composizione corporea e nel peso tra uomini e donne possono influenzare l'assorbimento e il metabolismo di anifrolumab, potenzialmente alterando l'efficacia e il rischio di effetti collaterali.
Considerazioni speciali per gravidanza e fertilità:
Anifrolumab è classificato come categoria C per l'uso in gravidanza, indicando che gli studi sugli animali hanno mostrato effetti avversi sul feto, ma non ci sono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.
Si consiglia di evitare l'uso di anifrolumab durante la gravidanza, a meno che i benefici non superino i rischi potenziali.
Non è noto se anifrolumab venga escreto nel latte materno; pertanto, si dovrebbe decidere se interrompere l'allattamento o il trattamento, tenendo conto dell'importanza del farmaco per la madre.
Apixaban (Eliquis)
Formula chimica
C25H25N5O4
Indicazioni sul composto
Si tratta di una pirazolopiridina, cioè un membro dei piperidoni che funziona da:
anticoagulante orale di nuova generazione
inibitore diretto e reversibile del fattore Xa
interferente della conversione della protrombina in trombina
fattore di prevenzione della formazione di coaguli di fibrina reticolati.
Utilizzo
Prevenzione e trattamento del rischio di ictus ed embolia sistemica, in pazienti che hanno fibrillazione atriale non valvolare
Profilassi della trombosi venosa profonda per prevenire la formazione di coaguli di sangue che porta a embolia polmonare, in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di sostituzione dell'anca o del ginocchio
Trattamento di pazienti con battito cardiaco irregolare (fibrillazione atriale) e con almeno un fattore di rischio aggiuntivo.
Differenze di genere
Per quanto riguarda il genere femminile:
Aumento del rischio di sanguinamento durante la gravidanza (ma nessun aumento di malformazioni fetali)
Interazioni con farmaci anticoncezionali e farmaci usati durante la gravidanza e al momento del parto
Interazioni con chemioterapici antineoplastici come il cisplatino, tipicamente usato per curare il tumore della mammella (più frequente nel sesso femminile)
Maggior incidenza di sanguinamento nelle donne con tromboembolismo venoso acuto
Alcuni studi effettuati su femmine di ratto in allattamento mettono in evidenza come il principio attivo apixaban possa essere escreto nel latte materno e di conseguenza, essere ingerito dalla prole, creando in essi episodi di scoagulazione e rischio di emorragia. Tuttavia, sugli esseri umani ancora non è stato condotto alcuno studio. Ad ogni modo, si consiglia alla donna in allattamento di sospendere la terapia, in via precauzionale.
Evidenze nelle persone transgender → Sono state rilevate interazioni negative tra apixaban e la somministrazione di estrogeni e testosterone, utilizzati durante la fase di transizione.
Atorvastatina
Formula chimica
C₃₃H₃₅FN₂O₅
Indicazioni sul composto
Appartiene alla classe delle statine.
Utilizzo
Trattamento del colesterolo alto e riduzione del rischio di ictus, infarto e complicazioni cardiovascolari.
Riduzione LDL (colesterolo lipoproteico a bassa densità)
Riduzione dei trigliceridi
Aumento HDL (colesterolo lipoproteico ad alta densità)
Riduzione del rischio di:
Ictus
Infarto
Aterosclerosi
Malattie cardiovascolari e coronariche
Complicazioni cardiovascolari (in pazienti con diabete di tipo 2, malattie coronariche o altri fattori di rischio per la salute di cuore e arterie).
Differenze di genere
Effetti avversi:
Alcuni effetti avversi, tra cui il danno tossico sul muscolo scheletrico e l’incidenza del diabete mellito, sembrano riscontrarsi più frequentemente nelle donne.
Il tasso di prescrizione di statine nelle donne è inferiore rispetto alla controparte maschile.
Le malattie cardiovascolari hanno una maggior incidenza nella popolazione maschile.
Il tasso di mortalità cardiaca dovuto a malattie coronariche è superiore nella popolazione femminile.
La cardiopatia coronarica è più frequente negli uomini rispetto alle donne prima della menopausa; dopodiché, il tasso di incidenza si ribalta.
Anomalie nell'assetto lipidico sono più comuni negli individui di sesso femminile.
Assorbimento dell’atorvastatina:
Donne: Motilità gastrointestinale ridotta.
Uomini: Maggiore velocità di svuotamento gastrico.
Distribuzione dell’atorvastatina: miglior distribuzione nelle donne a causa della natura lipofila delle statine.
Metabolismo:
Il metabolismo delle statine sembra essere più veloce nel sesso femminile.
L’efficacia del farmaco risulta superiore negli uomini.
Differenze in farmacocinetica:
Enzima CYP3A4: Le donne esprimono il citocromo P450 in quantità doppia rispetto agli uomini, portando a una metabolizzazione più rapida ed estesa delle statine.
Composizione corporea: Le donne tendono ad avere una massa corporea inferiore e più tessuto adiposo rispetto agli uomini, influenzando il volume di distribuzione e prolungando l'emivita del farmaco, aumentando l'efficacia.
Filtrazione glomerulare: Minore velocità nelle donne, con possibile necessità di aggiustamento del dosaggio per evitare effetti collaterali.
Effetti indesiderati:
Maggior rischio di interrompere o cambiare la terapia nelle donne a causa degli effetti collaterali maggiori rispetto agli uomini.
Diabete di tipo 2: Rischio aumentato del 33% nelle donne over 75.
Augmentin
Formula chimica
C₁₆H₁₉N₃O₅S±3H₂O
Indicazioni sul composto
Augmentin è costituito dall’associazione di amoxicillina (un’amminopenicillina di derivazione semisintetica) e acido clavulanico (un inibitore delle beta-lattamasi), il quale permette di esercitare un effetto battericida, proteggendo al contempo l’amoxicillina dall’azione delle ß-lattamasi batteriche.
Utilizzo
Augmentin è indicato nel trattamento delle malattie infettive causate da microrganismi sensibili all’amoxicillina e nella profilassi chirurgica, allo scopo di prevenire la contaminazione batterica.
Il farmaco è efficace nel trattamento delle seguenti infezioni:
- Infezioni respiratorie
- Infezioni intestinali
- Infezioni della milza
- Setticemie
- Endocarditi
- Peritoniti
- Meningite da listeria
- Febbre tifoidea e paratifoidea
- Actinomicosi
Differenze di genere
Il sesso non sembra esercitare un impatto significativo sulla farmacocinetica del farmaco.
In gravidanza → Studi sugli animali non hanno rivelato effetti dannosi, diretti o indiretti, relativi alla gravidanza, durante lo sviluppo embrionale/fetale, durante il parto o nello sviluppo postnatale. I dati sull’uso di amoxicillina/acido clavulanico durante la gravidanza negli esseri umani, seppur limitati, non indicano un aumento nel rischio di malformazioni congenite.
Tuttavia, l’uso in gravidanza deve essere evitato, salvo diversa indicazione da parte del proprio medico.
Allattamento → Entrambe le sostanze presenti nel medicinale sono escrete nel latte materno. Tuttavia, i potenziali effetti sul bambino non sono ancora ben noti. Possono, però, riscontrarsi diarrea e infezioni micotiche delle mucose. In questi casi, è bene interrompere l’allattamento.
Bisoprololo
Formula chimica
C₁₈H₃₁NO₄
Indicazioni del composto
Il bisoprololo appartiene alla classe dei beta-bloccanti
Utilizzo
Il bisoprololo, come tutti i beta-bloccanti, protegge il cuore da un'eccessiva attività. Viene, infatti, impiegato per prevenire l'infarto del miocardio, l'insufficienza cardiaca e per trattare l'ipertensione da lieve a moderata.
Il bisoprololo svolge anche la funzione di:
Ridurre la frequenza cardiaca
Diminuire la contrattilità
Abbassare la pressione sanguigna.
I risultati di diversi studi clinici indicano che il bisoprololo è in grado di ridurre la mortalità nei pazienti con insufficienza cardiaca e diminuzione della frazione di eiezione cardiaca.
Differenze di genere
ll metabolismo è sessualmente dimorfico. L’enzima citocromo P450 e le sue diverse famiglie, presenti a livello epatico, mostra differenze di genere. L’enzima è, infatti, meno presente nelle donne. Le donne mostrano effetti beta-bloccanti più forti, con un calo maggiore della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna sistolica rispetto agli uomini.
Al contrario, l’enzima del farmaco beta-bloccante è la CYP2D6, che è più espresso nell’uomo, favorendo così una maggiore clearance.
Per tale ragione i livelli ematici del farmaco beta-bloccante (soprattutto a livello del plasma) sono più alti nelle donne (soprattutto se si assume terapia contraccettiva orale) rispetto agli uomini, e ciò si accompagna ad una maggiore frequenza di effetti avversi, dovuti al sovradosaggio.
Tuttavia, le donne hanno un tasso di sopravvivenza maggiore rispetto agli uomini, indipendentemente dal trattamento.
Cardioaspirina
Formula chimica
C₉H₈O₄
Indicazioni sul composto
Antitrombotico a base di acido acetilsalicilico. Agisce bloccando la sintesi delle prostaglandine, responsabili della percezione del dolore.
Utilizzo
La cardioaspirina viene impiegato per la prevenzione di:
Eventi atero-trombotici maggiori
Riocclusione dei by-pass aorto-coronarici e nell’angioplastica coronarica percutanea transluminale
Eventi cardiovascolari
E somministrato per:
Ridurre il rischio di morte cardiovascolare, rischi correlati ad infarto miocardico/ictus cerebrale e per ridurre l’adesione piastrinica dopo endoarteriectomia carotidea
Trattamento di febbre, dolore, flogosi e influenza
Trattamento trombo embolico cardiovascolare
Trattamento dell’angina pectoris
Differenze di genere
Assorbimento: le donne possono sperimentare un ritardo nello svuotamento gastrico, che può influenzare i tassi di assorbimento dei FANS somministrati per via orale.
Distribuzione: i FANS sono farmaci altamente legati alle proteine. Le donne presentano livelli di albumina plasmatica leggermente più bassi, con conseguenti concentrazioni più elevate di farmaco libero, rendendole più soggette a sviluppare effetti collaterali.
Metabolismo: le donne hanno livelli inferiori di alcuni enzimi epatici (ad esempio, il citocromo P450) coinvolti nel metabolismo dei farmaci, il che può causare una clearance più lenta.
Escrezione: le donne generalmente hanno una clearance renale più lenta per i FANS, prolungando così la metà vita del farmaco, aumentando sia l'efficacia che il rischio di effetti collaterali.
Inoltre, per quanto riguarda la cardioaspirina:
Le donne mostrano un tasso di assorbimento più rapido.
Le donne sono più comunemente soggette alla resistenza al farmaco.
Le donne subiscono un maggior numero di effetti collaterali (ictus emorragici, sanguinamenti, eventi trombotici).
La popolazione femminile mostra livelli di acido acetilsalicilico e di acido salicilico significativamente più alti, in tutte le età, rispetto agli uomini, e rimangono tali anche dopo la normalizzazione del peso corporeo. Ciò si deve al fatto che gli enzimi per metabolizzare i FANS hanno livelli inferiori nelle donne.
I livelli di acido salicilurico sono più elevati negli uomini rispetto alle donne, soprattutto in quelle giovani che non assumono contraccettivi orali, responsabili dell’aumento di queste tappe metaboliche.
Studi evidenziano che le basse dosi di aspirina riducono la reattività piastrinica in maniera similare nei due generi, anche se la reattività piastrinica nelle donne dopo aspirina rimane più alta.
Negli uomini, Cardioaspirin può aiutare a combattere l’impotenza e la disfunzione erettile.
L’azione antitrombotica risulta maggiore nella popolazione maschile.
Il farmaco aiuta a prevenire l’ictus nelle donne e l’infarto negli uomini, ma nel suo insieme, la riduzione di eventi cardiovascolari è significativa e molto simile fra i due sessi.
Si osserva un aumento del rischio di sanguinamento cranico ed extracranico sia nelle donne sia negli uomini, ma le emorragie cerebrali sono prevalenti negli uomini.
Protezione Cardiovascolare:
Negli uomini: maggiore efficacia nella prevenzione dell'infarto miocardico (IM).
Nelle donne: più efficace nel ridurre il rischio di ictus ischemico piuttosto che di infarto.
Dolore e infiammazione: sono stati trovati risultati contrastanti riguardo alle differenze di sesso nell’efficacia degli analgesici e dei farmaci antinfiammatori.
Inibizione piastrinica: le donne potrebbero presentare una ridotta reattività piastrinica all’aspirina rispetto agli uomini.
Effetti gastrointestinali (GI): le donne tendono ad avere più problemi gastrointestinali legati ai FANS (nausea, dispepsia, ulcerazioni, ecc.) legati sia al ritardo nello svuotamento gastrico che ai fattori ormonali.
Effetti cardiovascolari: i rischi cardiovascolari legati agli inibitori della COX-2 sono più evidenti nelle donne a causa di variazioni nella regolazione della pressione sanguigna e nel profilo lipidico (a causa dei fattori ormonali). Le donne che riportano controindicazioni sono il 20,5% di quelle nel gruppo di studio, rispetto al 12,5% degli uomini.
Raccomandazioni per il dosaggio: le linee guida attuali potrebbero non sempre tenere conto delle differenze farmacologiche specifiche per sesso. Infatti, i fattori individuali del paziente sono ancora preferiti a causa della mancanza di dati specifici per sesso e genere.
Aspirina tende ad essere più efficace nel ridurre il rischio di infarto miocardico negli uomini.
Le donne hanno un rischio maggiore di sperimentare sanguinamenti gastrointestinali a causa delle differenze ormonali e del fatto che sono più propense ad avere altre malattie che aumentano il rischio di sanguinamento (ad esempio, anemia).
Le donne, in media, riferiscono una maggiore intensità del dolore, quindi potrebbero necessitare di dosi più elevate per ottenere lo stesso sollievo dal dolore degli uomini.
In gravidanza → la cardioaspirina è controindicato poiché l’inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sullo sviluppo embrionale. Anche durante l’allattamento è sconsigliato a meno che non sia richiesto dal medico curante.
Clozapina (Leponex)
Formula chimica
C₁₈H₁₉ClN₄
Indicazioni sul composto
Appartiene alla classe chimica delle benzodiazepine e svolge un’azione colinergica.
Utilizzo
Farmaco antipsicotico, indicato in prima linea nel trattamento della schizofrenia resistente, cioè è consigliato ai pazienti che mostrano una scarsa risposta ai farmaci antipsicotici standard.
Riduce: deliri, percezione di persecuzione, allucinazioni, pensieri/linguaggio disorganizzato, coordinamento motorio bizzarro.
E' stato inoltre dimostrato che la Clozapina riduce significativamente il tasso di suicidio. Può essere somministrato a pazienti affetti da morbo di Parkinson. Il vantaggio della clozapina è che mostra ridotti effetti extrapiramidali, ottenendo così un miglior profilo di tollerabilità.
Differenze di genere
La maggior parte degli studi sulla risposta alla terapia sono stati concentrati sulla popolazione maschile, trascurando i soggetti femminili e non considerando la complessità del differente stato ormonale. Infatti, a seconda di determinate fasi del ciclo riproduttivo femminile, le prescrizioni andrebbero effettuate con particolari attenzioni.
Tra le altre differenze, generalmente, le donne:
hanno un esito migliore rispetto agli uomini per quanto riguarda le malattie neurologiche e psicotiche come la schizofrenia
hanno inoltre un numero di ospedalizzazione minore rispetto agli uomini
sono meno soggette a problemi legali relativi
hanno migliori relazioni con la famiglia
sono più a rischio di aumento di peso, soprattutto dopo la menopausa
hanno necessità di aumentare la dose in seguito alla menopausa.
Esistono anche ragioni teoriche secondo le quali le dosi efficaci di antipsicotici per le donne potrebbero dover essere inferiori rispetto alle linee guida raccomandate per gli uomini, specialmente per quanto riguarda l’olanzapina e la clozapina, ma essendoci così tante variabili che incidono sulla risposta antipsicotica è molto difficile fornire indicazioni definitive.
Ciclosporina
Formula chimica
C62H111 N11O12
Indicazioni sul composto
La ciclosporina è un potente immunosoppressore, polipeptide ciclico non idrosolubile costituito da 11 aminoacidi, scoperto nell'ambito di uno studio volto all'identificazione di nuove molecole antibiotiche. La molecola venne isolata per la prima volta nel 1972 dal fungo Tolypocladium inflatum. Nel 1980 venne poi sintetizzata chimicamente. In commercio la ciclosporina si trova con il nome di: Ciqorin (in capsule molli), Ikervis (collirio monodose), Sandimmun Neoral (capsule molli) Verkazia (collirio), Cequa (collirio), Vevizye (collirio). Può essere somministrata per via orale sotto forma di microemulsione o per via endovenosa. Dopo la somministrazione orale, viene assorbita nel tratto superiore dell'intestino tenue. Una volta assorbita si distribuisce nel plasma, nei linfociti e nei granulociti. Nel plasma si lega per circa il 90% alle proteine, in particolare alle lipoproteine. Viene metabolizzata nel fegato e nella mucosa intestinale. Il metabolismo può essere alterato in pazienti con ridotta funzionalità epatica o in soggetti anziani. La ciclosporina viene principalmente espulsa attraverso la via biliare (90%) e le urine (6%). La sua concentrazione nel sangue deve essere monitorata costantemente. Se le concentrazioni terapeutiche non vengono rispettate, la ciclosporina può risultare tossica, con effetti collaterali come: danni renali, epatici, aumento della suscettibilità a infezioni.
Utilizzo
La ciclosporina oltre a prevenire il rigetto d’organo solido, di midollo osseo o di cellule staminali, viene utilizzata per il trattamento di malattie autoimmuni quali:
Dermatite atopica, eczema o psoriasi (adulti), sono infiammazioni della pelle
Uveite endogena (adulti) infiammazionedell'uvea (tonaca vascolare dell'occhio)
Sindrome nefrosica (adulti e bambini)
Artrite reumatoide grave (adulti) cioè una malattia infiammatoria cronica delle articolazioni.
Meccanismo d'azione
La ciclosporina entra nelle cellule dei linfociti T e si lega a una proteina chiamata
ciclofilina A (CYPA). Questa coppia (ciclosporina + CYPA) si attacca poi a un’altra proteina, detta calcineurina, impedendole di funzionare. La calcineurina attiva un altro elemento chiave del sistema immunitario: il fattore NFAT, che normalmente entra nel nucleo della cellula per attivare la produzione di molecole infiammatorie (citochine come IL- 2, IL-4 e TNF-alfa). Bloccando la calcineurina, la ciclosporina impedisce a NFAT di entrare nel nucleo, quindi i linfociti T non possono produrre queste molecole e la risposta immunitaria viene ridotta. La ciclosporina ha altri effetti sul sistema immunitario, come il blocco della produzione di altre citochine come FN-gam ma e GM-CSF, chesono coinvolte nelle risposte
infiammatorie.
Differenze di genere
Nelle donne può causare nefrotossicità, portando a una riduzione della capacità di filtrare correttamente il sangue. Questo accade anche negli uomini, ma in percentuale minore. Può causare una ritenzioneidrica, aumentando il volume sanguigno (pressione sanguigna), in egual misura e probabilità tra i sessi. Inoltre, può portare ad una costrizione dei vasi sanguigni. La ciclosporina può attraversare la barriera emato-retinica in pazienti con malattie oculari compromesse e attraversare la placenta, quindi è necessario un attento monitoraggio nei pazienti in gravidanza. Causando irregolarità nel ciclo mestruale o amenorrea perchè può interferire con i livelli di estrogeni e di progesterone. Essendo un farmaco, immunosoppressione, può influire sul sistema endocrino, e influenzare lo stress idrico e psicologico. Effetti sugli ormoni sessuali si hanno anche negli uomini: la ciclosporina può alterare la produzione di testosterone, causando una diminuzione della libido. Inoltre, può portare a una minore produzione di spermatozoi e a infertilità, ma questi effetti sono reversibili se si smette di assumere il farmaco.
Domperidone TEVA
Formula chimica
C22H24ClN5O2
Indicazioni sul composto
Appartiene alla classe di composto del benzimidazolo. Si tratta di un farmaco antiemetico e procinetico. Agisce da bloccante specifico dei recettori della dopamina.
Utilizzo
Il domperidone è indicato per alleviare i sintomi di nausea e vomito.
Differenze di genere
Il blocco dei recettori dopaminergici da parte del domperidone può determinare un aumento della secrezione di prolattina da parte dell'ipofisi, con insorgenza di:
amenorrea e galattorrea nella popolazione femminile
impotenza e ginecomastia nella popolazione maschile
In gravidanza → vi sono pochi dati sull’utilizzo del domperidone nelle donne in gravidanza. Uno studio sui ratti ha mostrato tossicità sul sistema riproduttivo ad una dose elevata, tossica anche per la madre. Pertanto, il domperidone viene utilizzato in gravidanza solo se giustificato da benefici terapeutici.
Durante l’allattamento al seno → il domperidone viene escreto nel latte umano e i bambini allattati al seno ricevono meno dello 0,1% della dose. In seguito al verificarsi di effetti avversi, in particolare di effetti cardiaci, occorre decidere se cessare l’allattamento al seno o cessare/sospendere la terapia.
Donezepil
Formula chimica
C 24 H 29 NO 3
Informazioni sul composto
Il donepezil è un inibitore selettivo e reversibile dell'acetil-colinesterasi. In Italia, è disponibile in diverse forme farmaceutiche autorizzate. Le principali formulazioni includono compresse rivestite con film, disponibili in dosaggi da 5 mg e 10 mg e compresse oro-dispersibili, anch'esse in dosaggi da 5 mg e 10 mg, che si dissolvono rapidamente in bocca senza necessità di acqua, facilitando l'assunzione per pazienti con difficoltà di deglutizione. Il donepezil è stato approvato per la prima volta dalla FDA nel 1996 e la sua forma a rilascio prolungato è stata approvata in combinazione con la memantina (farmaco antagonista dei recettori NMDA) nel 2014 per gestire le forme moderate e gravi di demenza di Alzheimer. Un sistema di somministrazione transdermica di donepezil è stato approvato dal la FDA nel marzo 2022 per il trattamento della demenza di Alzheimer. In Italia non sono disponibili formulazioni transdermiche del donepezil, mentre cerotti come l 'Adlarity, sono autorizzati negli Stati Uniti. La LD50 (la dose di una sostanza necessaria per causare la morte del 50% di una popolazione di soggetti esposti in condizioni controllate, solitamente animali da laboratorio) del donepezil nel ratto è di 32,6 mg/kg. I segni e sintomi di sovradosaggio negli esseri umani, con inibitori della colinesterasi come il donepezil, possono includere:
nausea e vomito gravi
bradicardia
ipotensione
sudorazione
convulsioni
debolezza muscolare
depressione respiratoria
collasso
Una significativa debolezza muscolare può causare la morte se i muscoli respiratori sono coinvolti nel sovradosaggio. Per gestire un sovradosaggio, possono essere impiegati anticolinergici come antidoti, ad esempio l’atropina. Attualmente non è noto se il donepezil possa essere rimosso dal corpo mediante dialisi.
Utilizzo
Viene usato per trattare i sintomi della malattia di Alzheimer, tra cui confusione, perdita di memoria e agitazione. Non modifica la progressione della malattia, ma migliora i sintomi cognitivi e comportamentali. Vengono poi usati off-label per:
Demenza vascolare, che deriva da danni ai vasi sanguigni cerebrali. Anche se i benefici non sono così chiari come nel l 'Alzheimer, alcuni studi suggeriscono un miglioramento nella funzione cognitiva e nella memoria
Demenza a corpi di Lewy (DLB), impiegato per migliorare i sintomi cognitivi e comportamentali della demenza a corpi di Lewy, caratterizzata da allucinazioni, fluttuazioni cognitive e sintomi parkinsoniani
Malattia di Parkinson con demenza (PDD), per trattare il declino cognitivo nei pazienti con morbo di Parkinson, migliorando attenzione e memoria grazie all ’aumento dell 'acetil colina nel cervello
Deficit cognitivi post-ictus
Sindrome di Down
ADHD negli adulti
Disturbo da stress post-traumatico
Schizzofrenia
L’uso off-label del Donepezil deve essere valutato attentamente dal medico, poiché l’efficacia e la sicurezza in queste condizioni non sono sempre confermate da studi clinici definitivi. l donepezil viene assorbito lentamente attraverso il tratto gastrointestinale dopo somministrazione orale. Il Tmax (cioè il tempo necessario per raggiungere la massima concentrazione plasmatica) è di circa 3-4 ore, con una biodisponibilità del 100%. Le concentrazioni allo stato stazionario vengono raggiunte entro 15-21 giorni dalla somministrazione. In uno studio di farmacocinetica, è stato determinato un Tmax medio di 4,1 ± 1,5 ore. È ampiamente distribuito nei compartimenti extravascolari. È legato alle proteine plasmatiche per circa il 96%, in particolare all’albumina e all’alpha-1-glicoproteina. Il donepezil attraversa la barriera ematoencefalica. Viene metabolizzato tramite metabolismo di primo passaggio nel fegato, dal sistema enzimatico del citocromo P450, in particolare dal CYP3A4, oltre che dal CYP2D6. In uno studio sulla somministrazione radioattiva di donepezil in adulti sani, il 57% della radioattività misurata è stata identificata nelle urine e il 5% nelle feci. L'emivita indica il tempo necessario affinché la concentrazione plasmatica del farmaco si riduca del 50% e quella media di eliminazione del donepezil è di circa 70 ore secondo i risultati di vari studi dell'FDA.
Uno studio farmacocinetico ha determinato che l'emivita terminale media è di 81,5 ± 22,0 ore.
Meccanismo d'azione
Il donepezil è un inibitore selettivo e reversibile dell'acetilcolinesterasi. Aumenta la disponibilità di acetilcolina nel sistema nervoso centrale, migliorando la trasmissione colinergica. Inibendo l'enzima acetilcolinesterasi, il donepezil migliora i segni e i sintomi cognitivi e comportamentali del morbo di Alzheimer, che possono includere apatia, aggressività, confusione e psicosi. L’acetilcolina è un neurotrasmettitore fondamentale per la trasmissione di segnali tra neuroni, essenziale per funzioni cognitive come memoria, apprendimento ed attenzione. L'ipotesi colinergica comunemente accettata propone che una parte del declino cognitivo e comportamentale associato all'Alzheimer sia il risultato di una trasmissione colinergica ridotta nel sistema nervoso centrale. Il donepezil inibisce selettivamente e reversibilmente l'enzima acetilcolinesterasi, che normalmente scompone l'acetilcolina, aumentando così la disponibilità di acetilcolina nel cervello. Si ritiene che le principali azioni farmacologiche di questo farmaco si verifichino come risultato di questa inibizione enzimatica, migliorando la trasmissione colinergica, che allevia i sintomi della demenza di Alzheimer.
Differenze Genere-specifiche
Non sono stati fatti studi specifici sulle differenze sesso e genere specifiche del donepezil, ma possono essere fatte deduzioni sulla base delle conoscenze biologiche accertate dalla comunità scientifica. Il pH gastrico e la motilità intestinale sono ridotti nelle donne e potrebbero influire sull’assorbimento gastrico del donepezil. Le donne tendono ad avere una minore clearance epatica e quindi potrebbero essere maggiormente esposte al farmaco. Le donne potrebbero avere una maggiore concentrazione plasmatica di donepezil rispetto agli uomini, causata dalla differente composizione corporea: hanno una percentuale maggiore di massa grassa, il che potrebbe influenzare il volume di distribuzione del farmaco. Il peso corporeo medio inferiore nelle donne può contribuire a concentrazioni più elevate a parità di dose. L’escrezione renale è minore nelle donne, perciò potrebbe aumentare il rischio di accumulo con somministrazioni ripetute, seppur tenuto conto dell’emivita del donepezil stesso. Le risposte al donepezil potrebbero variare tra uomini e donne a causa di fattori biologici, come la protezione neurobiologica degli estrogeni, le differenze di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione. Ciò richiede una personalizzazione del trattamento per ottimizzare l'efficacia e ridurre i rischi. Si auspica che negli anni futuri si avranno sempre più esempi di farmaci il cui dosaggio è tarato per essere genere-specifico.
Doxorubicidina
Formula chimica
C₂₇H₂₉NO₁₁
Indicazioni sul composto
Antibiotico antineoplastico, appartenente alla famiglia delle antracicline, con azione antitumorale.
Utilizzo
Trattamento di: carcinomi, linfomi, sarcomi, leucemie, mielomi, neuroblastomi, tumore di Wilms.
Differenze di genere
Infertilità nell’uomo
Agli individui di sesso maschile si richiede di evitare il concepimento durante il trattamento e nei 6 mesi successivi
Le donne in età fertile devono fare uso di un contraccettivo efficace durante il trattamento con la doxorubicidina e nei 6 mesi successivi al termine della terapia.
Dimenidrinato
Formula Chimica
C17H21NO.C7H7ClN4O2
Informazioni sul composto
Appartiene alla classe di farmaci chiamati antistaminici e agisce prevenendo problemi con l'equilibrio corporeo.
Utilizzo
Viene utilizzato per prevenire e trattare nausea, vomito, vertigini e mal di movimento. Riduce la motilità intestinale, esercitando un effetto anticolinergico a dosi elevate. Può anche avere effetti sedativi e causare euforia e problemi di concentrazione. È utilizzato anche nel trattamento della labirintite.
Differenze di genere
Le proprietà sedative sono potenziate nelle donne, poiché gli estrogeni aumentano la permeabilità della barriera ematoencefalica. Inoltre, le donne potrebbero sperimentare effetti avversi più gravi.
Efavirenz
Formula chimica
C₁₇H₁₆Cl₃N₃O₃
Informazioni sul composto
Efavirenz è un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa (NNRTI) utilizzato nella terapia combinata per il trattamento dell'HIV-1. Agisce inibendo l'enzima trascrittasi inversa, essenziale per la replicazione virale e l'integrazione nel DNA dell'ospite.
Utilizzo
Efavirenz è usato come parte di una terapia combinata con altri farmaci antiretrovirali per trattare l'infezione da HIV-1 in adulti e pazienti pediatrici. Viene somministrato per sopprimere la carica virale e migliorare la funzione immunitaria.
Differenze Genere-specifiche
Livelli plasmatici di farmaco più elevati nelle donne: le donne sperimentano effetti collaterali più frequenti e gravi da efavirenz, probabilmente a causa di livelli plasmatici più elevati rispetto agli uomini. Questo è legato alle differenze di peso corporeo e distribuzione del grasso tra i sessi.
Efficacia ridotta nelle donne: ci sono evidenze che suggeriscono una minore efficacia di efavirenz nelle donne, con un potenziale aumento del rischio di trasmissione verticale dell'HIV, anche se sono necessari ulteriori studi per confermare questo.
Rischio teratogeno: Efavirenz ha effetti teratogeni potenziali, soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza. Tuttavia, studi recenti suggeriscono un rischio inferiore di difetti del tubo neurale rispetto a quanto inizialmente pensato.
Gravidanza: la gravidanza può alterare la farmacocinetica di efavirenz, richiedendo un monitoraggio attento e possibili aggiustamenti del dosaggio durante la gravidanza.
Interazioni con contraccettivi orali: Efavirenz può ridurre l'efficacia dei contraccettivi orali combinati (COC) aumentando il loro metabolismo, riducendo così la loro efficacia. Questa interazione è stata evidenziata in uno studio che coinvolge donne ugandesi vive con HIV.
Terapia ormonale nelle donne transgender: Efavirenz può ridurre la biodisponibilità dell'estradiolo, un ormone utilizzato nella terapia ormonale sostitutiva nelle donne transgender, a causa dell'induzione del CYP3A4 che accelera il metabolismo dell'estradiolo.
Considerazioni speciali per gravidanza e fertilità
Efavirenz non è raccomandato durante la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, a causa del suo potenziale teratogeno.
Se assunto durante la gravidanza, è necessario un monitoraggio attento.
Efavirenz può anche influenzare la salute riproduttiva, incidendo sulla fertilità e sugli esiti della gravidanza.
Le donne che sono in gravidanza o che pianificano una gravidanza dovrebbero consultare il proprio medico riguardo ai rischi potenziali.
Fentanyl
Formula chimica
C22H28N2O
Indicazioni sul composto
Il Fentanyl è un potente farmaco oppioide sintetico di tipo piperidinico, sviluppato negli anni '50 per rispondere alla necessità di un'analgesia forte e rapida.
Utilizzo
Dal punto di vista clinico, il suo impiego più comune avviene come sedativo nei pazienti intubati e nei casi gravi di dolore in pazienti con insufficienza renale, a causa della sua eliminazione principalmente epatica.
Differenze di genere
I casi di depressione respiratoria sono più elevati nelle donne.
Le riduzioni del battito cardiaco si verificano per lo più nella popolazione maschile.
Gli effetti dell'analgesia risultano maggiori nella popolazione femminile.
Fluoxetina (Prozac)
Formula chimica
C17H18F3NO
Indicazioni sul composto
Detta pillola della felicità, la fluoxetina è un antidepressivo di seconda generazione classificato come inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, definita come l’"ormone del buon umore". Essa regola i ritmi circadiani, interviene nel controllo dell'appetito e del comportamento alimentare, è coinvolta nel controllo del comportamento sessuale e delle relazioni sociali e in tantissime altre funzioni biologiche.
Utilizzo
Comunemente prescritta per gestire la disturbo depressivo, viene anche impiegato per il trattamento di:
bulimia nervosa
disturbo ossessivo compulsivo
disturbo disforico premestruale
disturbo di panico
disturbo bipolare.
Differenze di genere
Molti studi hanno evidenziato che gli individui di sesso femminile presentano una maggiore risposta al farmaco rispetto a quelli di sesso maschile.
Alcuni studi mostrano che le donne trattate con fluoxetina hanno tassi di recidiva più elevati rispetto agli uomini.
La prevalenza del comportamento suicidario era più alta tra gli uomini trattati con fluoxetina rispetto alle donne in un ampio studio del registro britannico.
Non sono stati pubblicati studi sulle differenze tra uomini e donne adulti sani nella farmacocinetica della fluoxetina.
Un piccolo studio su soggetti anziani (65-85 anni; 11 uomini, 14 donne) non ha rilevato alcuna differenza sessuale nelle concentrazioni plasmatiche, nell'emivita o nella clearance della fluoxetina. Tuttavia, le donne avevano livelli più alti del 17% e un'eliminazione più lenta del metabolita attivo norfluoxetina.
In uno studio su bambini e adolescenti con diagnosi di disturbo depressivo maggiore, disturbo ossessivo-compulsivo o disturbo d'ansia generalizzato (24 ragazzi, 50 ragazze; età 10-17 anni), le dosi medie e le concentrazioni sieriche medie erano più alte nelle ragazze rispetto ai ragazzi (settimana 8: 26,6 rispetto a 18,5 mg/giorno; 111,4 rispetto a 61,7 ng/ml). Tuttavia, altri studi su bambini e adolescenti che utilizzavano dosi medie di 20 mg/die non hanno dimostrato differenze tra i sessi nelle concentrazioni sieriche di fluoxetina e del suo metabolita attivo norfluoxetina.
In gravidanza → La Fluoxetina può essere usata durante la gravidanza, sebbene debba essere prescritta con cautela, specialmente nelle ultime fasi di gravidanza o subito prima dell’inizio del travaglio di parto poiché nei neonati sono stati riportati effetti quali irritabilità, tremore, ipotonia, pianto persistente e difficolta a dormire. E’ noto che la fluoxetina venga anche escreta nel latte materno umano. Eventi avversi sono stati riportati nei neonati allattati al seno. Se il trattamento con fluoxetina è ritenuto necessario, deve essere presa in considerazione la sospensione dell’allattamento al seno o la dose deve essere ridotta al minimo.
5-fluorouracile
Formula chimica
C₄H₃FN₂O₂
Utilizzo
Utilizzato nel trattamento di:
Cheratosi attinica
Carcinoma baso-cellulare
Trattamento palliativo del carcinoma della mammella, colon, retto, stomaco, pancreas
Pazienti pediatrici
Pazienti anziani
Protocolli terapeutici di polichemioterapia.
Differenze di genere
Avendo le donne uno svuotamento gastrico più lento e un volume di distribuzione maggiore per farmaci lipofili, mostrano un aumento dell’1,7 degli effetti avversi. Tuttavia, l’emivita più lunga fornisce un beneficio in termini di sopravvivenza.
Gli uomini sottoposti alla chemioterapia con 5-fluorouracile hanno una sopravvivenza globale media più breve e un esito infausto.
Le donne sono più sensibili alla tossicità, soprattutto a livello gastrointestinale e delle mucose, se trattate con 5-fluorouracile, e possono manifestare sintomi quali alopecia, stitichezza, sindromi «mano-piede» ed epigastralgie.
In una meta analisi pubblicata il 15 marzo del 2005 che raggruppa 4 studi trial con 1074 pazienti affetti da carcinoma del colon retto mostra che le donne hanno avuto più effetti collaterali a livello ematico rispetto agli uomini e mucosite da moderata a severa più frequente rispetto agli uomini.
La terapia con 5-fluorouracile può causare perdita della fertilità, tanto negli uomini quanto nelle donne, e avere un effetto teratogeno sul feto.
Si osservano nel genere maschile episodi molto più frequenti di nausea e vomito rispetto alle donne, dovuto anche a una minor efficacia dei farmaci antiemetici.
Furosemide (Lasix)
Formula chimica
C₁₂H₁₁ClN₂O₅S
Indicazioni sul composto
Il furosemide è un potente diuretico dell'ansa che agisce sui reni per aumentare la perdita di acqua dal corpo. È un derivato dell'acido antranilico.
Utilizzo
Farmaco diuretico utilizzato come farmaco per il trattamento di edemi e ritenzione idrica, in particolare nello scompenso cardiaco
Differenze di genere
I diuretici manifestano iponatriemia prevalentemente nella popolazione femminile, mentre in quella maschile tendono a causare una riduzione del volume plasmatico.
Sembra che le donne, pur ricevendo molta meno furosemide per il trattamento dell’insufficienza cardiaca, abbiano maggiore incidenza di insufficienza renale cronica in risposta al farmaco.
Alcuni studi rivelano che l’effetto ototossico del furosemide non sia tanto marcato nelle donne quanto lo è negli uomini.
Durante la gravidanza la clearance del furosemide aumenta. Pertanto, le dosi vanno calibrate di conseguenza.
Infine, il furosemide è efficace nel trattamento dell’ipertensione post partum e previene l’uso di ulteriori farmaci antipertensivi.
Ibuprofene
Formula chimica
C13H18O2
Indicazioni sul composto
Si tratta di un FANS (farmaco antinfiammatorio non-steroideo) caratterizzato da proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, grazia alla sua azione di inibizione nella produzione di prostaglandine, a livello del sistema nervoso centrale. L'azione farmacodinamica dell’ibuprofene si fonda su meccanismi biochimici che riguardano l’inibizione di enzimi chiave coinvolti nella sintesi di mediatori infiammatori, chiamati prostaglandine.
Utilizzo
Viene utilizzato per alleviare il dolore acuto, come quello da mal di testa, nevralgie, crampi mestruali, i dolori muscoloscheletrici (ad esempio il torcicollo), quelli traumatici (associati, ad esempio, a contusioni, distorsioni, strappi muscolari), quelli post-partum e quelli post-operatori. Si usa anche per trattare i sintomi di condizioni infiammatorie, come l'artrite reumatoide, l'artrosi e la spondilite anchilosante. Inoltre, mostra anche funzioni antipiretiche.
Differenze di genere
Gli uomini mostrano una maggiore risposta analgesica rispetto alle donne. Questo fenomeno può essere legato a vari fattori fisiologici e ormonali. Le donne potrebbero però sperimentare una risposta analgesica più forte grazie all'influenza degli estrogeni e del progesterone sull'espressione della COX-2, che modula la risposta infiammatoria e la sensibilità al dolore.
Gli uomini anziani e quelli con malattie coronariche sono identificati come gruppi ad alto rischio nell'uso prolungato di ibuprofene.
Un uso assiduo e protratto nel tempo potrebbe avere effetti nel favorire l'ipogonadismo nella popolazione maschile.
Le donne, invece, se lo assumono per lungo tempo, presentano un maggior rischio di danno uditivo, una condizione che potrebbe essere legata alla sensibilità al farmaco.
Durante la fase luteale del ciclo mestruale l'effetto analgesico potrebbe essere potenziato, perché i recettori del dolore sono più sensibili. In generale, gli estrogeni possono potenziare la risposta antinfiammatoria modulando l’espressione delle prostaglandine
Il pH gastrico e la motilità gastrointestinale sono ridotti nelle donne rispetto agli uomini, e entrambi sono influenzati dagli ormoni. Di conseguenza, questi fattori possono variare durante il ciclo mestruale e la gravidanza.
La riduzione di 0,5 unità di pH osservata nelle donne può modificare il tasso di dissoluzione delle forme farmaceutiche che dipendono dal pH e portare ad un maggiore rischio di emorragie gastrointestinali nelle donne.
Nelle donne la motilità intestinale ridotta, può richiedere un intervallo più lungo tra l’assunzione del farmaco e quello di cibo.
L’uso prolungato di ibuprofene può aumentare il rischio di danni cardiaci, specialmente negli uomini con patologie preesistenti, come le malattie coronariche.
L’uso di ibuprofene nelle donne che cercano di concepire o durante i primi due trimestri di gravidanza dovrebbe essere limitato e preso solo se strettamente necessario. La somministrazione di inibitori della sintesi delle prostaglandine, come l'ibuprofene, può influire negativamente sullo sviluppo fetale, in particolare: può aumentare il rischio di aborto spontaneo, malformazioni cardiache e gastroschisi se assunto nelle prime fasi della gravidanza. Inoltre ci sono effetti sul feto nel terzo trimestre: l'uso di inibitori delle prostaglandine durante questa fase può causare chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare nel feto, oltre a disfunzioni renali come oligohidramnios (ridotto liquido amniotico). Durante l'uso di ibuprofene in gravidanza, inoltre, la madre può sperimentare prolungamento del tempo di sanguinamento a causa dell'effetto anticoagulante e inibizione delle contrazioni uterine, che può ritardare il travaglio.
Insulina
Formula chimica
C256H387N65O79S6
Indicazioni sul composto
L’insulina è un ormone di natura proteica, il cui nome deriva dal latino “insula” (isola) in quanto è prodotta da gruppi di cellule endocrine presenti nel pancreas, chiamate isole di Langerhans. La sua principale funzione è quella di regolare i livelli di glucosio nel sangue, abbassando la glicemia attraverso l’attivazione di diversi processi metabolici e cellulari. Inoltre, l’insulina gioca un ruolo fondamentale nella sintesi delle proteine e nella lipogenesi, ovvero nell’accumulo di lipidi nel tessuto adiposo.
Utilizzo
L’insulina è l’ormone anabolico per eccellenza, infatti tramite la sua azione:
Facilita il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule ed ha pertanto azione ipoglicemizzante (abbassa la glicemia)
Blocca il rilascio di zuccheri da parte del fegato
Facilita il passaggio di potassio all'interno delle cellule
Stimola l'uso del glucosio per la produzione di energia.
Differenze di genere
La popolazione maschile tende a sviluppare più facilmente insulino-resistenza, essendo che possiede una massa grassa viscerale metabolicamente attiva. L'insulino-resistenza è poi collegata a livelli particolarmente alti di testosterone.
Gli estrogeni proteggono, invece, dalla resistenza insulinica: dopo la menopausa, quando i livelli di estrogeni si abbassano, si può sviluppare tale rischio;
In gravidanza la terapia insulinica viene tranquillamente somministrata per il trattamento del diabete, in quanto è risultata sicura, poiché non in grado di attraversare la placenta. Tuttavia, dal momento che l’andamento fisiologico della glicemia in gravidanza non è omogeneo, sarà necessario variare la quantità di insulina somministrata nell’arco della gestazione, in modo da mantenere sempre gli standard glicemici, indispensabile tanto per la salute della madre quanto per quella del nascituro.
Isoniazide
Formula chimica
C6H7N3O
Indicazioni sul composto
Derivato sintetico dell’acido nicotinico che svolge azione antibiotica.
Utilizzo
Impiegato per combattere le infezioni dei micobatteri responsabili della tubercolosi.
Differenze di genere
Stando ad alcuni studi, le donne sarebbero più soggette a discontinuazioni nel trattamento, a causa degli eventi avversi manifestati.
Isotretinoina
Formula chimica
C₂₀H₂₈O₂
Indicazioni sul composto
Si tratta di un farmaco derivati dalla vitamina A.
Utilizzo
Impiegato nel trattamento dell’acne severa. Talvolta, adoperato anche nella cura di alcuni tipi di cancro (pelle, testa e collo).
Differenze di genere
Come per altri derivati della vitamina A, è stato dimostrato che l’isotretinoina è teratogena ed embriotossica.
Ci sono conseguenze terapeutiche per la somministrazione in pazienti in età fertile, in gravidanza o che allattano, a meno che non siano soddisfatte tutte le condizioni previste dal Programma di Prevenzione della Gravidanza.
Nel caso di individui transgender, sottoposti a terapia con testosterone, l’isotretinoina viene raccomandata per il trattamento dell’acne severa, nodulare o recalcitrante.
Ketoprofene (Ketodooro, Moment, Oki)
Formula chimica
C₁₆H₁₄O₃
Indicazioni sul composto
Fa parte dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
Utilizzo
Antidolorifico e antinfiammatorio, impiegato in caso di:
artrite reumatoide
spondilite anchilosante
artrosi dolorosa
reumatismo extra- articolare
flogosi post-traumatica
affezioni flogistiche dolorose in odontoiatria
otorinolaringoiatria
urologia
pneumologia
Differenze di genere
Non sono note, al momento, particolari differenze di genere, ma è stato dimostrato da alcuni studi che l'assunzione di FANS inibisce l'ovulazione nelle donne che li assumono per dolore muscoloscheletrico lieve. Ciò suggerisce che i FANS possono avere un effetto negativo sulla fertilità. Infatti, è ormai noto che i FANS rallentano l’ovulazione e ostacolano il ciclo mestruale fino a portare in alcuni casi all’amenorrea.
Levotiroxina sodica (Eltroxin, Euthyrox, Levo-T, Levothroid, Levoxyl, Synthroid, Np Thyroid, Thyquidity, Tirosint, Unithroid)
Formula chimica
C15H11I4NO4
Indicazioni sul composto
Analogo sintetico dell'ormone T4, prodotto dalla tiroide.
Utilizzo
Il trattamento con Levotiroxina è indicato per i seguenti disturbi:
Ipotiroidismo
Profilassi di recidive
In seguiti a strumectomia (asportazione totale o parziale di un gozzo)
Flogosi della tiroide (tiroidite)
Trattamento del gozzo benigno eutiroideo
Terapia soppressiva in caso di tumore maligno della tiroide
Terapia di supporto nel trattamento tireostatico dell'ipertiroidismo
Differenze di genere
Durante gravidanza e allattamento il dosaggio di levotiroxina potrebbe aumentare, a causa di eventuali aumenti di TSH sierico, già dalla quarta settimana di gravidanza.
È anche sconsigliato di somministrare la levotiroxina in caso di assunzione concomitante con farmaci antitiroidei.
La levotiroxina è secreta nel latte materno ma ciò non causa sviluppo di ipertiroidismo nel feto.
Lexotan (bromazepam)
Formula chimica
C₁₄H₁₀BrN₃O
Indicazioni sul composto
Il Lexotan è uno psicofarmaco appartenente alla classe delle benzodiazepine, possiede proprietà ansiolitiche, sedativo-ipnotiche, anticonvulsivanti, miorilassanti ed anestetiche. Da assumere con cautela poiché potrebbe creare una dipendenza fisica e psichica, la quale può essere maggiore in soggetti con una storia di abuso di alcol o droga.
Utilizzo
Utilizzato nel trattamento di gravi disturbi di ansia e insonnia.
Differenze di genere
Ad oggi le evidenze scientifiche mostrano poche differenze a livello di genere. Tuttavia, alcune differenze sono state osservate:
L’assorbimento del farmaco è migliore nelle donne, sia per via della peculiare isoforma del citocromo P450, sia a causa del pH (tendenzialmente, più basso nella popolazione femminile, e perciò in grado di meglio assorbire le sostanze basiche, quali le benzodiazepine).
Gravidanza e Allattamento → Diversi studi dimostrano un aumento della probabilità di sviluppare malformazioni congenite, sindrome simil-astinenziale, caratterizzata da tremori, bradicardia, diarrea ecc.
Si sconsiglia di allattare al seno, in quanto il farmaco può essere escreto attraverso il latte materno.
Levetiracetam
Formula chimica
C8H14N2O2
Indicazioni sul composto
Appartiene alla classe delle pirrolidine.
Utilizzo
Il levetiracetam viene impiegato nel trattamento dell'epilessia e di diversi altri disturbi che si manifestano con convulsioni.
Differenze di genere
Levetiracetam risulta non ampiamente metabolizzato nell’uomo.
Studi condotti dimostrano che gli uomini risultano avere più probabilità di manifestare effetti tossici dopo la somministrazione.
Secondo studi recenti, le donne sono più propense a sviluppare un’epilessia resistente al trattamento, ipotesi confermata anche da studi stratificati per età.
Levodopa
Formula chimica
C₉H₁₁NO₄
Indicazioni sul composto
Precursore naturale del neurotrasmettitore dopamina e agisce attraversando la barriera emato-encefalica per entrare nei neuroni dopaminergici, dove viene rapidamente convertito in dopamina.
Utilizzo
Farmaco cardine nel trattamento del morbo di Parkinson. Agisce riducendo rigidità, bradicinesia e, in seguito a un utilizzo prolungato, anche tremore. Tuttavia, è importante sottolineare che il trattamento farmacologico con L-dopa non arresta la progressione della malattia, bensì ne inibisce solamente i sintomi.
Differenze di genere
Studi scientifici dimostrano come la biodisponibilità della levodopa sia maggiore nelle donne rispetto agli uomini. La differenza è dovuta essenzialmente alla variazione del peso corporeo tra uomini e donne. Forse proprio per questo la popolazione femminile mostra un rischio più alto di complicanze dovute al trattamento farmacologico, quali discinesia.
Al contrario, gli uomini sono più suscettibili a danni neurotossici a carico delle strutture nigrostriatali, a causa della minore protezione esercitata dagli estrogeni.
Lorazepam (Tavor)
Formula chimica
C₁₅H₁₀Cl₂N₂O₂
Indicazioni sul composto
Si tratta di una benzodiazepina a breve durata d'azione.
Utilizzo
Sedativo e ansiolitico.
Differenze di genere
Innanzitutto, va considerato che alle donne vengono prescritte benzodiazepine due volte più frequentemente degli uomini e ci sono prove di differenze nella risposta terapeutica alle benzodiazepine tra i sessi. La distribuzione delle benzodiazepine risulta migliore nel sesso femminile, a causa della maggior percentuale lipidica.
Inoltre, il Lorazepam interagisce con i contraccettivi orali a base di steroidi nelle donne.
Melatonina
Formula Chimica
C13H16N2O2
Informazioni sul composto
La melatonina è un ormone, sintetizzato principalmente dalla ghiandola pineale. Regola il ciclo sonno-veglia e i ritmi biologici. Protegge anche le cellule e i tessuti dai danni causati dai radicali liberi. La secrezione raggiunge il picco di notte (80-120 pg/ml) e diminuisce durante il giorno. La melatonina viene rapidamente assorbita nel flusso sanguigno e distribuita in tutto il corpo, raggiungendo i picchi plasmatici entro 30-60 minuti. Grazie alla sua lipofilia, la melatonina attraversa rapidamente le membrane cellulari, raggiungendo vari tessuti, incluso il cervello. Viene principalmente metabolizzata nel fegato dal CYP1A2 (famiglia CYP450). La melatonina idrossilata viene quindi coniugata con il solfato per essere escretata come 6-sulfatossimelatonina. Quando la melatonina si lega ai recettori MT1 (ad alta affinità) e MT2 (a bassa affinità), induce un cambiamento conformazionale nella subunità alfa di una proteina G associata, che si lega e attiva l'adenilato ciclasi: ha un'azione cronobiotica. Si lega alle proteine citosoliche (ad esempio calmodulina e tubulina), influenzando la segnalazione del calcio e modulando il citoscheletro. Nel nucleo, la melatonina si lega ai recettori retinoidi Z, modulando i ritmi circadiani e il metabolismo, e attiva la sirtuina-1.
Utilizzi
Gli integratori di melatonina sono utilizzati per trattare disturbi del sonno, jet lag e la regolazione dell'umore.
Differenze di genere
Le differenze di genere nella farmacocinetica della melatonina hanno mostrato risultati differenti nelle concentrazioni plasmatiche e nelle emivite per uomini e donne: i picchi di melatonina nelle donne sono spesso superiori del 38-41% rispetto a quelli osservati negli uomini. Le donne mostrano una maggiore sensibilità alla luce in termini di soppressione della melatonina. Le femmine tendono ad avere una maggiore biodisponibilità di melatonina esogena.
Metformina TEVA
Formula chimica
C₄H₁₁N₅
Indicazioni sul composto
Ipoglicemizzante orale.
Utilizzo
Impiegato nel trattamento dell’iperglicemia, in persone affette da diabete mellito di tipo 2.
Differenze di genere
La metformina induce un effetto favorevole sul metabolismo cardiaco nelle donne, ma sfavorevole negli uomini.
Gli effetti muscoloscheletrici benefici che derivano dall’assunzione del farmaco sembrano essere più pronunciati nelle donne rispetto agli uomini.
Generalmente, alle donne vengono prescritte dosi di farmaco inferiori rispetto agli uomini, tuttavia, riportano più effetti collaterali gastrointestinali.
In gravidanza → Recenti studi dimostrano come la metformina, sebbene sia poco utilizzata, risulti essere un farmaco sicuro in quanto non è stato evidenziato nessun collegamento tra l’utilizzo del farmaco e malformazioni congenite nel neonato.
Metilfenidato (Biphentin, Concerta, Ritalin)
Formula chimica
C₁₄H₁₉NO₂
Indicazioni sul composto
Il metilfenidato è un farmaco stimolante del sistema nervoso centrale. È in grado di incrementare l’azione della dopamina e della noradrenalina.
Utilizzo
Somministrato per curare i deficit di attenzione e l’iperattività nei bambini. Viene anche impiegato nel trattamento di altri disordini quali: depressione, narcolessia, cancro, dolore e disturbi cognitivi.
Il metilfenidato viene talvolta utilizzato nella terapia dei pazienti con AIDS.
Differenze di genere
Nel sesso maschile:
maggiore biodisponibilità
effetti stimolanti superiori
minor concentrazione a livello cerebrale
Nel sesso femminile:
minore disponibilità nel circolo sanguigno
maggiori concentrazioni a livello cerebrale
non raccomandato durante la gravidanza o l’allattamento.
Metimazolo
Chemical formula
C₉H₁₁N₂S
Compound information
Methimazole is a medication primarily used to treat hyperthyroidism, such as Graves' disease, thyrotoxic crisis, or goiter. It works by inhibiting the production of thyroid hormones, helping to regulate thyroid function and control symptoms of hyperthyroidism.
Usage
Methimazole is prescribed for the treatment of hyperthyroidism, with the initial dosage determined by thyroid hormone levels in the blood. Subsequently, the dosage is adjusted based on the response to the medication, taking into account side effects, including impacts on liver function, blood cell counts, and thyroid hormone levels.
Key characteristics
Mechanism of action: Methimazole inhibits thyroid peroxidase, an enzyme involved in the production of thyroid hormones.
Administration: The medication is generally administered orally, with the dosage adjusted depending on the severity of the thyroid condition and the patient's response to treatment.
Gender-specific differences
Higher incidence of hyperthyroidism in women: women are approximately five to ten times more likely to develop hyperthyroidism, particularly conditions such as Graves' disease, which is the most common form of hyperthyroidism. As a result, studies on hyperthyroidism and treatment with methimazole often include a higher proportion of women compared to men.
Side effects and gender: side effects such as rashes and itching are common, and anecdotal reports suggest that women may report these symptoms more frequently, possibly due to greater awareness of skin changes. Additionally, psychological side effects, such as depression, reduced sex drive, and aesthetic concerns, are reported more frequently by women, although these may also be related to hyperthyroidism itself rather than the medication.
Pregnancy considerations: methimazole is risky for pregnant women, especially in the first trimester, due to the risk of congenital malformations. Pregnant women may be switched to propylthiouracil (PTU) early in pregnancy and then return to methimazole in the second trimester, with additional monitoring and planning.
Post-treatment and hypothyroidism: after successful treatment with methimazole or ablative surgical interventions, hypothyroidism may develop in both men and women. However, women are twice as likely to be treated with levothyroxine compared to men.
Special considerations for pregnancy and fertility
Methimazole is contraindicated during the first trimester of pregnancy due to the risk of congenital malformations.
If necessary, patients may be switched to PTU during this period and then return to methimazole after the first trimester.
Close monitoring of both the mother and fetus is essential during treatment.
Metoprololo
Formula chimica
C15H25NO3
Indicazioni sul composto
Si tratta di un betabloccante, antagonista dei recettori beta (responsabili della captazione di adrenalina e noradrenalina).
Utilizzo
Il metoprololo viene impiegato nel trattamento dei disturbi cardiovascolari, quali: insufficienza cardiaca, angina e aritmie. Viene anche utilizzato nei pazienti affetti da emicrania, diabete, ansia e tremori.
Differenze di genere
Nel sesso maschile:
Sembrerebbero essere necessari livelli di farmaco superiori per ottenere lo stesso risultato che si verifica nella popolazione femminile.
Nel sesso femminile:
Elevati livelli di metoprololo plasmatico sono associati a un battito cardiaco al sotto della media.
Metotrexato
Formula chimica
C20H22N8O5
Indicazioni sul composto
Il metotrexato è un analogo dell’acido folico. È una sostanza con le seguenti proprietà:
- interferisce con la crescita di alcune cellule dell’organismo che si riproducono rapidamente
- riduce l’attività del sistema immunitario (il meccanismo di difesa dell’ organismo)
- ha effetti antinfiammmatori.
Il metotrexato entra nelle cellule mediante lo stesso carrier dei folati e viene trasformato in poliglutammato. Nella cellula, il metotrexato inibisce la diidrofolato reduttasi e la timidilato sintetasi sostituendosi all’acido folico bloccando la sintesi di basi puriniche e pirimidiniche di conseguenza bloccano anche la sintesi di DNA e RNA. Il metotrexato non è selettivo verso le cellule tumorali ma su tutte le cellule che proliferano attivamente.
Utilizzo
Il metotrexato è un farmaco antineoplastico, antiinfiammatoria e immunosoppressivo.
Differenze di genere
Il metotrexato può causare alterazioni della capacità riproduttiva dei pazienti trattati, di sesso sia femminile sia maschile. Nelle indicazioni non oncologiche, se vengono trattati pazienti in età sessualmente matura, devono essere utilizzati metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento e successivamente per almeno sei mesi, in quanto questo farmaco è altamente teratogeno.
Nelle donne causa disfunzione mestruale e amenorrea, aborto e malformazioni fetali. Pertanto la somministrazione durante la gravidanza risulta controindicata in donne affette da artrite reumatoide o psoriasi. Anche in donne affette da malattie neoplastiche il farmaco può essere utilizzato solo se il medico ritiene che i potenziali benefici siano maggiori dei rischi per il feto. Viene inoltre escreto nel latte materno e può causare effetti tossici e gravi reazioni avverse nel lattante. L'assunzione del farmaco da parte di donne che allattano al seno risulta quindi controindicata. Essendo le donne più soggette a sviluppare malattie autoimmuni, come appunto l’artrite reumatoide, saranno più esposte ai fattori tossici del metotrexato rispetto agli uomini.
Negli uomini influisce sulla spermatogenesi ed è genotossico sulle cellule spermatiche, per cui non devono donare il liquido seminale durante la terapia e nei 6 mesi successivi alla sospensione della terapia con metotrexato. A causa della ridotta funzionalità epatica e renale e delle ridotte riserve di folati nei pazienti anziani, devono essere considerate dosi ridotte e questi pazienti devono essere strettamente monitorizzati per individuare i più precoci segni di tossicità.
Morfina (Arymo, Avinza, Doloral, Duramorph, Embeda, Infumorph, Kadian, M-ediat, M-eslon, MSIR, Mitigo, Ms Contin, Statex)
Formula chimica
C₁₇H₁₉NO₃
Indicazioni sul composto
Fu scoperta nel 1803 dal chimico tedesco Friedrich Sertürner: la morfina è un metabolita alcaloide che deriva dalla pianta di Papaver Somniferum. Svolge la sua funzione di agonista oppioide, vale a dire, una sostanza narcotizzante, in grado di affievolire la sensazione di dolore, alterare l’umore e indurre il sonno. La morfina agisce bloccando la trasmissione dei segnali nocicettivi, legandosi a dei recettori presenti sia nel cervello che nel midollo spinale, chiamati recettori degli oppioidi. Ha una bassa biodisponibilità per via orale (25-30%) a causa del metabolismo di I passaggio nel fegato. Per via endovenusa o intramuscolare la biodisponibilità è invece molto più alta (quasi 100%). La morfina si distribuisce rapidamente nei tessuti, in particolare nel Sistema Nervoso Centrale, dove esercita il suo effetto analgesico. Riesce a farlo perchè riesce a legarsi bene alle proteine plasmatiche. Viene metabolizzata nel fegato in morfina-6-glucuronide e morfina-3-glucuronide. Sia la morfina che i suoi metaboliti vengono eliminati principalmente tramite i reni. La sua emivita è, in generale, di circa 2-4 ore.
Utilizzo
Nella sua forma cloroidrata, il medicinale è indicato per il trattamento del dolore, quando altri trattamenti con antidolorifici non sono stati efficaci.
In particolare, è indicato per il trattamento di dolore dovuto a tumori (neoplasie), a problemi di cuore (infarto del miocardio), causato da interventi chirurgici o da problemi ai polmoni (edema polmonare acuto). Può anche essere usata per la dispnea acuta e cronica e la sedazione palliativa. Gli effetti collaterali comuni comprendono:
Sonnolenza
Sedazione
Costipazione
Nausea
Vertigini
Cefalea
Sarebbe poi meglio evitare l'assunzione in caso di:
Insufficienza respiratoria/problemi respiratori cronici
Asma grave
Blocchi intestinali
Funzionalità epatica ridotta
Trauma cranico
Gravidanza (assolutamente da evitare)
Allattamento
Problemi di dipendenza da sostanze
Inoltre, sarebbe il caso di valutarne la possibilità di assunzione in modo attento in caso di assunzione contemporanea di antidepressivi, altri oppioidi e depressori del sistema nervoso centrale, tutte classi di farmaci che possono potenziarne gli effetti collaterali e tossici.
Differenze di genere
L’effetto analgesico della morfina per via endovenosa dipende dal sesso. L’EC50 negli uomini è di 76 ng/mL, mentre nelle donne è di 22 ng/mL.
Le donne sono maggiormente soggette a depressione respiratoria, in seguito a terapia con analgesici oppioidi.
In termini di risposta al farmaco, invece, gli studi clinici indicano che la popolazione maschile richiede una dose più elevata di morfina (circa il 60% in più) per ottenere un adeguato sollievo dal dolore. Si pensa che ciò sia determinato dagli ormoni sessuali.
In gravidanza è sconsigliato di assumere la morfina, salvo in caso di assoluta necessità. Può causare problemi respiratori al neonato o sintomi della dipendenza. Inoltre, la morfina è escreta nel latte materno. Pertanto, nelle donne che allattano, occorre un'attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio.
Nivolumab (OPDIVO)
Indicazioni sul composto
Si tratta di un farmaco costituito da anticorpi monoclonali che appartiene alle classi dei farmaci antitumorali, e in particolare dei farmaci immunoterapici.
Utilizzo
Ripristina la funzionalità del sistema immunitario.
Nello specifico può svolgere la funzione di:
Adiuvante, in persone guarite dal tumore ed in questo caso lo scopo è prevenire l’insorgenza di recidive tumorali o metastasi.
Neoadiuvante, in persone che presentano ancora il tumore e in questo caso lo scopo è ridurre il più possibile la massa tumorale per poi asportarla.
Terapia per alcuni tipi di: melanoma, carcinoma a cellule renali avanzato, linfoma classici di Hodgkin, cancro uroteliale, mesotelioma, cancro del colon e del retto, cancro esofageo e della giunzione gastro-esofagea, adenocarcinoma, tumore polmonare.
Differenze di genere
Nella popolazione maschile l’andamento del trattamento con Nivolumab risulta essere peggiore. Gli uomini, infatti, tendono ad avere reazioni avverse più gravi rispetto alle donne.
Dal punto di vista delle recidive, invece, l’andamento è pressochè simile, anche se, da studi condotti si è visto che l’associazione tra la sopravvivenza libera da progressione di malattia e la risposta alla terapia, è negativa negli uomini.
Nei pazienti con forme avanzate o metastatiche di melanoma e carcinoma polmonare non a piccole cellule, carcinoma renale, tumore uroteliale e tumori del distretto testa-collo, la riduzione del rischio di morte in seguito al trattamento è il doppio nella popolazione maschile rispetto a quella femminile.
Ossicodone (Depalgos, OxyContin, Percocet)
Formula chimica
C18H21NO4
Indicazioni sul composto
L’ossicodone fu sintetizzato nel 1916 in Germania, dai chimici Martin Freund e Edmund Speyer, che volevano creare un analgesico con meno effetti collaterali rispetto alla morfina. Rientra tra gli agonisti oppioidi dei recettori μ ad uso analgesico: questi recettori regolano la percezione del dolore. In generale, manifesta un’affinità per i recettori kappa (κ, KOR), mu (μ, MOR) e delta (δ, DOR) degli oppioidi, dislocati nel cervello e nel midollo spinale. Agisce su questi recettori come un agonista oppiaceo, dotato di efficacia analgesica crescente all’aumentare della dose, determinando l’inibizione presinaptica del rilascio dei neurotrasmettitori coinvolti nella trasmissione dello stimolo algogeno. Fa parte del gruppo dei Fenantreni, assieme a ossicodone, morfina, codeina, idromorfone, vorfanolo, idrocodone, ossimorfone, bupprenorphina, nalbufina e butorphanolo. Si tratta di un analgesico oppioide semisintetico, farmaco ad alta potenza. Può essere somministrato un farmaco a rilascio immediato o prolungato, per via endovenosa o orale. Dopo una somministrazione orale, l’ossicodone viene assorbito rapidamente a livello gastrointestinale, con una biodisponibilità di circa il 60-87% a causa del metabolismo di primo passaggio epatico. Il farmaco si lega alle proteine plasmatiche per circa il 45% e si distribuisce ampiamente nei tessuti, attraversando anche la barriera emato-encefalica. Il metabolismo avviene principalmente nel fegato, attraverso il citocromo P450, in particolare gli isoenzimi CYP3A4 e CYP2D6. L'eliminazione avviene prevalentemente per via renale, con circa il 19% della dose escreta in forma immodificata nelle urine, mentre il resto viene eliminato sotto forma di metaboliti coniugati. L'emivita plasmatica dell'ossicodone varia tra le 3 e le 5 ore per la formulazione a rilascio immediato può raggiungere le 12-14 ore per quella a rilascio prolungato. Negli anni '90 dello scorso secolo, con la diffusione di OxyContin, l'uso di ossicodone è ampiamente aumentato, causando anche una crisi di dimendenza, soprattutto negli Stati Uniti. Gli effetti collaterali variano da perona a persona, ma i più comuni comprendono:
Costipazione
Diarrea
Nausea
Vomito
Sonnolenza
Vertigini
Prurito
Sudorazione
Cefalea
Confusione
Nei casi più gravi si può avere anche depressione respiratoria, dipendenza, overdose, coma e morte. Altera anche la capacità di guidare e di usare macchinari, a causa di attacchi di sonno improvviso che può generare
Utilizzo
L'ossicodone viene usato come prodotto a rilascio immediato per il trattamento del dolore, da moderato a severo, oltre che come prodotto a rilascio prolungato per il trattamento del dolore cronico. Viene prescritto quando gli antidolorifici FANS non sono sufficienti. Può anche essere usato nella sindrome delle gambe stanche, in associazione al Naloxone.
Differenze di genere
Tra i due generi non sono state riscontrate differenze tra farmacodinamica e farmacocinetica
La frazione molare di ossicodone nell’urina è minore nelle donne rispetto agli uomini
Se vi è dipendenza, è stata rilevata una mortalità più alta per overdose negli uomini
In gravidanza può portare a sintomi di astinenza nel neonato
Se somministrato durante il parto può portare a depressione respiratoria
Non può essere assunto durante l'allattamento
Ossitocina
Formula chimica
C43H66N12O12S2
Indicazioni sul composto
La molecola viene ottenuta da estrazione dal lobo posteriore dell'ipofisi di maiali o bovini sani. Si tratta di un ormone pleiotropico non apeptide.
Utilizzo
L'ossitocina è un ormone ricombinante utilizzato per indurre o rafforzare le contrazioni uterine nelle donne in gravidanza per favorire il travaglio e il parto o per controllare il sanguinamento post-partum.
Infatti, può essere utilizzato per indurre il travaglio in caso di:
Inerzia uterina
Sensibilizzazione Rh
Diabete materno
Pre-eclampsia a termine o a breve termine
Quando il parto è indicato a causa di rottura prematura delle membrane
Terapia aggiuntiva per la gestione dell'aborto incompleto o inevitabile.
Differenze di genere
Un recente studio, condotto da alcuni ricercatori dell’università californiana di San Diego ha messo in rilievo come l'ossitocina, somministrata tramite spray nasale, produca un deciso ed importante miglioramento delle funzioni sessuali nella popolazione maschile. In particolare, apporterebbe benefici in termini di libido, di erezione e di sensazione orgasmica.
Può, infatti, amplificare tanto il desiderio sessuale quanto l’eccitazione. Tuttavia, il preciso meccanismo d’azione di questo ormone non è stato ancora completamente chiarito.
Pantoprazolo (Maalox, Gastroloc, Pantorc)
Formula chimica
C₁₆H₁₅F₂N₃O₄S
Indicazioni sul composto
Il pantoprazolo è un principio attivo facente parte della classe dei farmaci gastroprotettori, che agisce inibendola secrezione di acido cloridrico a livello gastrico.
Utilizzo
Viene principalmente impiegato nel trattamento della sintomatologia da reflusso gastrico, nel trattamento e nella prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali e in alcuni condizioni specifiche come la sindrome di Zollinger- Ellison.
Differenze di genere
È stata riscontrata una maggiore incidenza di: pirosi, costipazione e dolore addominale nella popolazione femminile sottoposta al trattamento con pantoprazolo.
Paracetamolo
Formula chimica
C8H9NO2
Indicazioni sul composto
Il paracetamolo è un derivato del p-aminofenolo che mostra attività analgesica e antipiretica. Non possiede attività antinfiammatoria. Si ritiene che il paracetamolo produca analgesia attraverso un'inibizione centrale della sintesi delle prostaglandine.
Utilizzo
Il paracetamolo è un farmaco analgesico e antipiretico utilizzato per alleviare temporaneamente il dolore lieve-moderato e la febbre.
Differenze di genere
La clearance del paracetamolo negli uomini è maggiore rispetto alle donne (del 22%) grazie a un aumento dell'attività della via di glucuronidazione.
Le donne che assumono contraccettivi orali presentano un aumento sostanziale della clearance del paracetamolo, addirittura superiore a quella degli uomini (il 39% in più rispetto alle donne di controllo).
L'uso dell'acetaminofene riduce specificamente i livelli di un particolare sottoinsieme di ormoni sessuali solfatati.
Paroxetina (Paxil, Pexeva, Seroxat, Aropax)
Formula chimica
C19H20FNO3
Indicazioni sul composto
La paroxetina è un derivato della fenilpiperidina, in grado di aumentare la concentrazione locale di neurotrasmettitore a livello delle sinapsi e degli spazi extracellulari attraverso il blocco del trasportatore della serotonina.
È un antidepressivo.
Viene principalmente impiegato nel trattamento del disturbo depressivo maggiore, i disordini causati dall'ansia e i sintomi vasomotori della menopausa.
Differenze di genere
Assorbimento → Maggiore disponibilità del farmaco nelle donne, in quanto caratterizzate da una minore acidità gastrica. Trasporto intestinale più rapido per gli uomini.
Distribuzione → In quanto lipofila, la paroxetina si distribuisce meglio nell'organismo femminile.
Le variazioni ormonali dovute al ciclo ovarico possono interferire in vario modo con l'azione del farmaco.
Durante la gravidanza, la paroxetina può risultare meno efficace, richiedendo dosi superiori.
La paroxetina risulta, invece, più efficace nelle donne, in seguito alla menopausa.
I contraccettivi orali a base ormonale possono interferire con la paroxetina.
Il farmaco può ridurre la produzione e la funzionalità degli spermatozoi. Se ne sconsiglia, pertanto, l'utilizzo negli uomini con intenzionalità a concepire.
Pimozide (Orap)
Formula chimica
C28H29F2N3O
Indicazioni sul composto
Farmaco antipsicotico derivato dalla difenilbutilpiperidina.
Utilizzo
Utilizzato per trattare i tic motori e verbali nei pazienti con sindrome di Tourette. Non viene, invece, più prescritto per trattare la schizofrenia.
Differenze di genere
Gli eventi avversi dovuti all’utilizzo di pimozide, variano tra popolazione maschile e femminile:
Negli uomini può provocare: impotenza o disfunzione erettile, galattorrea e ginecomastia.
Nelle donne può causare: amenorrea e galattorrea.
Alcuni studi suggeriscono che le ragazze giovani risponderebbero meglio (e necessiterebbero anche di dosi inferiori) rispetto alla controparte maschile.
Sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento.
PREP
Formula chimica
Solitamente contenente tenofovir disoproxil fumarato (TDF) ed emtricitabina (FTC).
Informazioni sul composto
PrEP (Pre-exposure prophylaxis) è una combinazione di farmaci antiretrovirali utilizzata per prevenire l'infezione da HIV in individui HIV-negativi che sono ad alto rischio di contrarre il virus. I farmaci più comunemente usati nella terapia PrEP sono una combinazione di tenofovir disoproxil fumarato (TDF) ed emtricitabina (FTC), che inibiscono la replicazione del virus nel corpo.
Utilizzo
PrEP è utilizzata per prevenire l'infezione da HIV in persone che sono HIV-negative ma che si trovano a rischio elevato di contrarre il virus. La terapia è particolarmente indicata per chi ha rapporti sessuali non protetti con persone HIV-positive o che appartengono a gruppi ad alto rischio. La terapia può essere presa quotidianamente (dosaggio regolare) o in base all'esposizione (dosi su richiesta), a seconda delle circostanze e delle necessità individuali.
Caratteristiche principali
Meccanismo di azione: TDF e FTC bloccano l'enzima reverse transcriptase, impedendo la replicazione dell'HIV.
Somministrazione: PrEP viene somministrata per via orale, con l'assunzione quotidiana del farmaco per garantire livelli protettivi nel corpo.
Uomini cisgender: PrEP si concentra efficacemente nei tessuti rettali, offrendo una protezione rapida per i rapporti anali. Il dosaggio event-driven (basato sull'esposizione) è efficace grazie alla rapida assunzione di farmaco nei tessuti rettali.
Donne cisgender: i tessuti vaginali richiedono un'esposizione più lunga (almeno 7 giorni di dosaggio quotidiano) per raggiungere livelli protettivi. PrEP basata sugli eventi non è efficace per i rapporti vaginali.
Persone trans:
Donne transgender in terapia ormonale: metabolizzano PrEP in modo simile agli uomini cisgender, mantenendo l'efficacia del farmaco. Tuttavia, esistono miti legati all'interferenza degli ormoni, che non influenzano l'efficacia di PrEP.
Uomini transgender: per le persone transgender che praticano rapporti vaginali, le sfide nel raggiungere livelli protettivi simili a quelli delle donne cisgender sono presenti. La somministrazione quotidiana rigorosa è necessaria per mantenere livelli protettivi nei tessuti cervicali vaginali.
Gravidanza: PrEP è generalmente sicura durante la gravidanza, ma la somministrazione deve essere monitorata e adattata alle esigenze individuali della paziente. Non ci sono controindicazioni specifiche per l'uso di PrEP durante la gravidanza, ma è fondamentale la consulenza medica.
Fertilità: PrEP non ha effetti negativi diretti sulla fertilità, ma la protezione contro l'HIV deve essere combinata con altre misure di prevenzione se la paziente sta cercando una gravidanza.
Accesso e consapevolezza
Le donne e le persone transgender sono sotto-rappresentate nelle sperimentazioni cliniche, il che limita l'accesso e la consapevolezza sulla PrEP per questi gruppi. Gli studi dovrebbero includere una rappresentanza adeguata di questi gruppi per garantire che le informazioni siano accurate e disponibili per tutti.
Barriere culturali
Le norme culturali nelle società patriarcali possono ostacolare l'accesso delle donne alla PrEP, rendendo difficile per loro cercare il trattamento a causa di stigma o giudizi sociali. È importante promuovere campagne educative che abbattano questi pregiudizi e facilitino l'accesso delle donne e delle persone transgender ai servizi sanitari.
Interventi comportamentali
Le campagne educative mirate a donne e comunità transgender possono contrastare lo stigma e promuovere la consapevolezza riguardo all'uso della PrEP. Educare sulla prevenzione e sull'importanza dell'aderenza al trattamento è essenziale per migliorare l'efficacia della terapia.
Integrazione nei servizi sanitari
Integrare la PrEP nei servizi di pianificazione familiare e salute riproduttiva può migliorare l'accessibilità del trattamento per le donne, facilitando l'accesso a una protezione completa contro l'HIV mentre si gestiscono altre necessità di salute sessuale e riproduttiva.
Propofol
Formula chimica
C₁₂H₁₈O
Indicazioni sul composto
Appartiene alla categoria degli anestetici endovenosi.
Utilizzo
Viene di solito somministrato ai fini di indurre l'anestesia generale e per infusione continua quando utilizzato per mantenere l'anestesia generale. Talvolta, viene utilizzato nella gestione degli stati epilettici refrattari.
Differenze di genere
Gli uomini sono più sensibili delle donne al propofol. Potrebbe quindi essere necessario ridurre la dose di propofol del 30-40% nella popolazione maschile, al fine di ottenere tempi di recupero simili tra i due sessi.
Gli uomini si svegliano più lentamente delle donne e hanno meno nausea, vomito e dolore postoperatori.
L’assunzione del propofol viene sconsigliata durante la gravidanza se non strettamente necessario in quanto in grado di attraversare la placenta e causare la depressione neonatale.
Durante l’allattamento, invece, si consiglia di eliminare il proprio latte delle 24 ore successive alla somministrazione di Propofol.
Quetiapina
Formula chimica
C21H25N3O2S
Indicazioni sul composto
La Quetiapina agisce da antagonista sui recettori:
dopamina di tipo 2 (D2)
serotonina di tipo 2A (5HT2A)
Relativamente al disturbo bipolare e nella depressione maggiore invece la Quetiapina riveste il ruolo di inibitore del trasportatore della noradrenalina.
Utilizzo
La quetiapina è un agente psicotropo antipsicotico impiegato in:
gestione dei casi di disturbo bipolare
schizofrenia
disturbo depressivo maggiore
trattamento del disturbo da stress posttraumatico (PTSD)
disturbo d’ansia generalizzato
Psicosi associata al morbo di Parkinson
Differenze di genere
La somministrazione della quetiapina nei ratti ha comportato vari effetti, tra cui:
concentrazione ridotta degli spermatozoi
livelli sierici di LH e testosterone diminuiti nei soggetti a cui sono stati somministrati 20 e 40 mg/kg di quetiapina
diminuzione delle attività della catalasi e della superossido dismutasi nel tessuto testicolare
In caso di gravidanza la quetiapina deve essere somministrata solamente se il beneficio giustifica i potenziali rischi: in seguito all’assunzione di questo farmaco da parte di donne incinte sono infatti stati osservati casi di astinenza nei neonati. Questo Poiché la quetiapina viene escreta nel latte materno. Sembrano anche eserci correlazioni tra diabete gestazionale e uso di antipsicotici atipi, ma gli articoli a riguardo risultano essere tutt’oggi ancora contrastanti.
Sertralina (Lustral, Sertralina Zentiva, Sertralina Sandoz, Zoloft)
Formula chimica
C₁₇H₁₇Cl₂N
Indicazioni sul composto
Fa parte dei farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
Utilizzo
Utilizzato in adulti e adolescenti per:
Depressione
Disturbo da ansia sociale
Disturbo da attacchi di panico
Sindrome da stress post-traumatico
Disturbo ossessivo-compulsivo
Dismorfofobia
Sindrome pre-mestruale.
Differenze di genere
Il metabolismo della Sertralina diminuisce se combinato a “Sildenafil” (principio attivo del comune Viagra).
Il metabolismo dell’ Etinilestradiolo (principio attivo comune nelle pillole anticoncezionali) si riduce se combinato alla sertralina.
Sildenafil (Viagra)
Formula chimica
C22H30N6O4S
Utilizzo
Trattamento della disfunzione erettile
Differenze di genere
Nelle donne in gravidanza, il sildenafil è indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare.
Il sildenafil non è raccomandato per le donne in età fertile, a meno che non vengano utilizzate anche misure contraccettive appropriate.
Talidomide
Formula chimica
C13H10N2O4
Utilizzo
Sedative and antiemetic (in the past). Nowadays, it is used for the treatment of multiple myeloma and leprosy.
Differenze di genere
Storia → Sintetizzato e commercializzato negli anni '50 come sedativo con effetti antiemetici per le donne in gravidanza. A causa della mancata sperimentazione in animali gravidi, ha causato aborti, malformazioni ed effetti congeniti gravi di vario genere, soprattutto a carico degli arti, in quanto inibitore dell'angioneogenesi. Fu, successivamente a tali evidenze, ritirato dal mercato. Il caso della talidomide è considerato uno dei più grandi disastri nella storia della farmacologia.
A causa del suo effetto teratogenico, il talidomide può essere prescritto solo previa messa al corrente del paziente circa i possibili rischi, soprattutto legati a un possibile concepimento concomitante alla terapia. Dunque, tanto alle donne quanto agli uomini, viene raccomandato di utilizzare metodi contraccettivi efficaci, se in cura con il talidomide.
Tamoxifene
Formula chimica
C₂₆H₂₉NO
Indicazioni sul composto
Chemioterapico antiormonale antiestrogeno che agisce sul DNA per indurre le cellule tumorali all’apoptosi: è un SERM (Selective Estrogen Receptor Modulator) non steroideo. I nomi commerciali con cui si trova sono Nolvadex®, Soltamox®. Nel 1962 viene sintetizzato da Dora Richardson come possibile contraccettivo, mentre a fine anni '60 si capisce che ha potenzialita anti-estrogeniche contro il tumore al seno. Nel 1977 viene approvato dall'FDA per il trattamento del carcinoma mammario metastatico ER+ nelle donne. Nel 1990 viene riconosciuto come modulatore selettivo del recettore estrogenico (SERM) con effetti tessuto-specifici. Nel 1993 l'FDA lo approva anche per il trattamento di quello negli uomini. Nel 1998 viene scelto come indicazione preventiva oncologica (DCIS), mentre nel 2000 ne vengono indagate nuove prospettive terapeutiche. Il tamoxifene è un farmaco ben assorbito a livello intestinale dopo somministrazione orale, con una biodisponibilità orale prossima al 100% e un metabolismo di primo passaggio minimo. Dopo l'assunzione, il picco plasmatico si raggiunge in un intervallo di tempo compreso tra 3 e 7 ore. Per una dose singola di 40 mg, il picco plasmatico è di circa 65 ng/mL. Il volume di distribuzione del farmaco è molto elevato, pari a 50–60 L/kg, mentre la clearance si stima tra 1,2 e 5,1 L/ora. Si distribuisce ampiamente nei tessuti, in particolare in quelli ormono-sensibili come seno, utero, ovaie, ma anche in fegato, reni, polmoni e pancreas. Il legame alle proteine plasmatiche è superiore al 99%, principalmente all’albumina (98,8%). Le concentrazioni tissutali sono significativamente superiori a quelle plasmatiche: nel seno possono arrivare fino a 10 volte tanto, mentre nell’utero sono circa 2–3 volte più alte. Dal punto di vista farmacocinetico, il tamoxifene viene metabolizzato nel fegato da diversi enzimi del citocromo P450, in particolare CYP3A4, CYP2C19 e CYP2D6. Tra i suoi metaboliti troviamo:
N-demetiltamoxifene, un metabolita attivo ma con bassa affinità per i recettori degli estrogeni (ER);
4-idrossitamoxifene (noto anche come afimoxifene), un metabolita attivo;
Endoxifene, il metabolita più potente.
La variabilità genetica del CYP2D6 può influenzare in modo importante l’efficacia clinica del trattamento, in quanto i livelli plasmatici di endoxifene, metabolita chiave, sono 5–10 volte superiori a quelli dell’afimoxifene nei metabolizzatori normali (valori medi: 10,8–15,9 ng/mL). L'efficacia clinica del trattamento con il tamoxifene dipende dalla concentrazione di endoxifene circolante. Tuttavia, alcuni SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) possono ridurre la conversione a endoxifene, compromettendo l'efficacia di il tamoxifene stesso. Alcuni studi suggeriscono un aumento della mortalità o della recidiva nei pazienti che assumono potenti inibitori del CYP2D6. Pertanto, è consigliabile evitare, se possibile, l'uso di potenti inibitori del CYP2D6 nei pazienti in terapia con il tamoxifene. Per i pazienti che necessitano di antidepressivi, sono preferibili gli SSRI che presentano una minima inibizione del CYP2D6, come ad esempio il citalopram o la venlafaxina. Gli induttori enzimatici e i trasportatori, d'altra parte, accelerano il metabolismo del farmaco attraverso vie alternative (come ABCC1 e ABCC2), deviano il metabolismo verso altre reazioni che non portano alla formazione di endoxifene, riducendo così la produzione di metaboliti attivi. Il risultato di ciò è una diminuzione dell'efficacia di il tamoxifene. L'attività enzimatica del CYP2D6 è altamente variabile a causa di polimorfismi genetici, inclusi SNP (polimorfismi a singolo nucleotide) e variazioni nel numero di copie del gene. Ad oggi, sono state identificate oltre 80 varianti genetiche che riducono o aboliscono l'attività enzimatica di questo enzima. I pazienti con attività enzimatica ridotta (definiti "poor metabolizer") sono a maggior rischio di non rispondere adeguatamente al trattamento con il tamoxifene. Infine, la frequenza delle varianti genetiche del CYP2D6 varia tra i diversi gruppi etnici, il che può influenzare la risposta terapeutica a il tamoxifene.
Le emivite di eliminazione sono piuttosto lunghe:
Tamoxifene: 5–7 giorni (range 4–11 giorni);
Afimoxifene: circa 14 giorni;
Endoxifene: 50–70 ore (circa 2–3 giorni).
Queste emivite prolungate sono dovute all’elevato legame con le proteine plasmatiche e al ricircolo enteroepatico. Dopo la sospensione del trattamento, tamoxifene e i suoi metaboliti attivi possono persistere nel circolo per oltre sei settimane. La via di eliminazione è principalmente biliare/fecale.
Utilizzo
Il tamoxifene viene utilizzato per trattare i tumori mammari positivi al recettore degli estrogeni (ER+) e per prevenire l'incidenza del carcinoma mammario, nelle popolazioni ad alto rischio. Ha anche effetti non genomici rilevanti in ambito neuropsichiatrico, indipendenti dal recettore estrogenico. Uno degli effetti più studiati è la sua azione inibitoria sulla proteina chinasi C (PKC), una famiglia di enzimi coinvolti in numerosi processi cellulari. La PKC è altamente espressa nel cervello e partecipa a funzioni chiave come la regolazione del ciclo cellulare, la sopravvivenza neuronale, l’apoptosi e la plasticità sinaptica. Nei pazienti con disturbo bipolare (BD), durante le fasi maniacali, è stato osservato un aumento significativo dell’attività di PKC, sia a livello cerebrale che piastrinico. Questa iperattività è associata a un’anomala neuroplasticità e a una disregolazione dell’umore. Studi clinici e preclinici indicano che il tamoxifene può ridurre l’attività della PKC e migliorare le funzioni cognitive compromesse durante episodi maniacali. Inoltre, modula l’attività neuronale nella corteccia prefrontale, una regione cerebrale cruciale per le funzioni esecutive e la regolazione dell’umore. Questi risultati supportano l’impiego potenziale di il tamoxifene come stabilizzatore dell’umore, in alternativa o in associazione con farmaci come litio e valproato, i quali agiscono anch’essi (seppur indirettamente) sulla PKC.
Meccanismo d'azione
Il tamoxifene è un antagonista dei recettori estrogenici (ER) nel tessuto mammario, ma agisce come agonista parziale in altri tessuti, come l’endometrio, l’osso e il fegato. La sua azione molecolare si basa su diversi meccanismi:
Il legame competitivo con i recettori estrogenici (ERα e ERβ), impedendo l’azione dell’estrogeno sul recettore.
Il blocco della traslocazione del recettore al nucleo, impedendo l'attivazione dei geni regolati dagli estrogeni.
L'inibizione del legame del complesso recettore-estrogeno al DNA, riducendo così la trascrizione di geni estrogeno-dipendenti.
Nel tessuto mammario, il tamoxifene compete con l’estrogeno per il legame ai recettori estrogenici, riducendo la stimolazione della crescita tumorale nei carcinomi mammari ER-positivi. Questo effetto è fondamentale nel trattamento e nella prevenzione dei tumori al seno, poiché blocca l’azione proliferativa degli estrogeni. Nel tessuto osseo, il tamoxifene agisce come un agonista parziale, attivando i recettori estrogenici e mimando l’effetto protettivo dell’estrogeno contro la perdita ossea. Questo effetto è particolarmente importante nelle donne in post-menopausa, poiché contribuisce a prevenire l'osteoporosi. Nel sistema ipotalamico, il tamoxifene ha un effetto agonista nelle donne in premenopausa, stimolando l’attività estrogenica. Questo porta a un aumento delle gonadotropine (FSH e LH), che può indurre l'ovulazione, con possibili effetti sulla fertilità. In generale, il tamoxifene blocca l’attivazione genica estrogeno-dipendente, riducendo la proliferazione cellulare e rallentando il ciclo cellulare. Questo lo rende un agente citosatico (che inibisce la crescita delle cellule) ma non citotossico (non provoca la morte delle cellule). Grazie a questi meccanismi, il tamoxifene esercita un effetto antitumorale nei carcinomi mammari ER-positivi, limitando la crescita dei tumori dipendenti dagli estrogeni.
L’azione di il tamoxifene sulla proteina chinasi C avviene attraverso meccanismi diretti, ancora in fase di approfondimento, ma ben documentati da modelli sperimentali. I principali meccanismi proposti includono:
Blocco competitivo del sito attivo dell’enzima, impedendone la normale attività catalitica.
Modificazione dell’ambiente lipidico della membrana, necessario per l’attivazione della PKC.
Inibizione della traslocazione intracellulare della PKC, che è essenziale affinché l’enzima possa raggiungere la membrana e svolgere la propria funzione.
Studi su modelli animali e in vitro dimostrano che il tamoxifene riduce l’attività della PKC indotta da stimoli farmacologici; migliora la performance in test cognitivi compromessi dallo stress o dall’iperattività della PKC; modula l’eccitabilità neuronale, il rilascio di neurotrasmettitori e la morfologia delle spine dendritiche nella corteccia prefrontale. Lo stress cronico, attraverso l’attivazione dei recettori adrenergici α1 da parte della noradrenalina, stimola la via del fosfatidil-inositolo e potenzia l’attività della PKC, contribuendo al deterioramento delle funzioni cognitive. L’inibizione di questa via da parte di il tamoxifene può invertire tali effetti, offrendo un potenziale beneficio terapeutico nei disturbi dell’umore caratterizzati da disregolazione prefrontale.
Differenze di genere
Prevalgono gli studi sulle donne, lasciando molte incertezze sugli effetti ascrivibili alla popolazione maschile. Tuttavia, viene impiegato nel trattamento del cancro maschile alle mammelle (i cui casi sono comunque più rari che nelle donne), l’infertilità, e la ginecomastia idiopatica. Date le differenze esistenti tra uomini e donne nei livelli di estradiolo endogeno, di distribuzione dei recettori degli estrogeni nel corpo e nel metabolismo dei farmaci, è ragionevole pensare che gli effetti avversi possano variare tra i sessi. Tuttavia, ancora mancano studi appropriati. In alcuni casi, però, nella popolazione maschile risulterebbe essere associato all’insorgenza di disturbi cardiovascolari, gastrointestinali e in casi meno numerosi a un calo della libido, disturbi del sonno, ansia, depressione, e sbalzi d’umore. Negli uomini trattati con il tamoxifene, oltre il sessanta per cento presenta almeno un effetto avverso, tra i più comuni si riscontrano alterazioni dell’umore nel trentotto per cento dei pazienti, calo della libido nel ventinove per cento, aumento di peso nel venticinque per cento e vampate di calore nel ventuno per cento, tuttavia, nonostante la frequenza di questi sintomi, meno del cinque per cento ha interrotto la terapia per tossicità, suggerendo una buona tollerabilità generale del farmaco. Il profilo degli effetti collaterali può variare in base alla patologia per cui il tamoxifene viene somministrato, ad esempio nei pazienti con tumore alla prostata, soprattutto nelle fasi più avanzate, gli effetti avversi più frequentemente riportati includono disturbi gastrointestinali e cardiovascolari, mentre disturbi a livello riproduttivo e mammario come ginecomastia e disfunzione sessuale sono meno frequenti, ma comunque presenti. È importante considerare che gli estrogeni naturali come estradiolo, estrone ed estriolo possiedono un’affinità maggiore per i recettori estrogenici rispetto a il tamoxifene, di conseguenza, alcuni effetti collaterali osservati nei pazienti maschi con livelli elevati di estrogeni potrebbero non essere direttamente attribuibili al tamoxifene, ma piuttosto agli stessi estrogeni, questo vale in particolare per pazienti con tumore alla prostata trattati con antiandrogeni, nei quali eventi mammari come ginecomastia e dolore al seno sono frequentemente causati dall’aumento dei livelli di estradiolo. Un altro fattore che influenza la comparsa degli effetti avversi è rappresentato dal metabolismo epatico e dalla variabilità genetica individuale, infatti, polimorfismi nei geni del citocromo P450 possono determinare una diversa capacità di metabolizzare il tamoxifene, influenzando la produzione di metaboliti attivi e l’esposizione sistemica al farmaco, con conseguente variabilità nella risposta e nella tollerabilità, anche a parità di dosaggio. Il tamoxifene può avere effetti differenti nelle femmine rispetto ai maschi, con un impatto significativo sulla funzione epatica e renale, nonché sulla sensibilità agli effetti collaterali. Tra gli effetti più comuni nelle femmine, si osservano:
Aumento degli enzimi epatici come ALT (alanina aminotransferasi) e AST (aspartato aminotransferasi), che sono indicatori di un possibile aumento dell’epatotossicità. Questi aumenti possono segnalare danni al fegato e richiedono monitoraggio regolare della funzione epatica durante il trattamento.
Riduzione delle proteine plasmatiche, come albumina e ACP (acido alfa-1-acido glicoproteina), che può indicare un possibile coinvolgimento del fegato nella metabolizzazione e un’alterazione del profilo proteico.
Aumento dei livelli di creatinina, un segnale di possibile coinvolgimento renale, che indica che anche i reni potrebbero essere influenzati dal trattamento con tamoxifene.
Studi condotti su ratti femmina trattati con alte dosi di tamoxifene suggeriscono che la perdita dell'effetto protettivo degli estrogeni è un fattore cruciale. Normalmente, gli estrogeni esercitano un effetto antiossidante, proteggendo le cellule dal danno ossidativo. Tuttavia, quando l'azione estrogenica viene bloccata dal tamoxifene, questo effetto protettivo viene meno, esponendo il fegato a un maggiore stress ossidativo. Il danno ossidativo al DNA e alle proteine epatiche, osservato in questi studi, sembra essere uno dei principali meccanismi di danno cellulare causato dal tamoxifene. Inoltre, c’è una maggiore attivazione degli enzimi epatici di biotrasformazione, che sono coinvolti nella metabolizzazione del farmaco. Questa attivazione può aumentare la formazione di prodotti reattivi e tossici, che, a loro volta, accrescono il danno epatocellulare, contribuendo alla tossicità epatica. Il ruolo chiave dello stress ossidativo e della perossidazione lipidica sembra essere particolarmente rilevante nelle femmine. Questi processi possono portare alla formazione di radicali liberi e altre molecole dannose che danneggiano le cellule epatiche, provocando infiammazione e fibrosi epatica nel lungo periodo. In sintesi, le femmine sembrano essere più vulnerabili agli effetti negativi del tamoxifene, in particolare a livello epatico e renale. La perdita dell'effetto protettivo degli estrogeni e l’aumento dello stress ossidativo contribuiscono significativamente alla epatotossicità del farmaco. Questo richiede una gestione attenta e un monitoraggio continuo per prevenire danni a lungo termine, con particolare attenzione agli enzimi epatici e ai livelli di creatinina.
Teysuno (principi attivi: tegafur, gimeracil e oteracil)
Indicazioni sul composto
Farmaco antitumorale appartenente alla famiglia delle pirimidine.
Utilizzo
È indicato negli adulti per il trattamento del carcinoma gastrico avanzato, quando somministrato in associazione con cisplatino.
Differenze di genere
Negli uomini può causare un’alterazione della spermatogenesi.
Teysuno è controindicato durante la gravidanza.
Teysuno è controindicato durante l'allattamento.
Topiramato
Formula chimica
C₁₂H₂₁NO₈S
Indicazioni sul composto
Monosaccaride sulfamato sostituito.
Utilizzo
Farmaco anticonvulsivante e antiepilettico.
Indicato negli adulti per la profilassi dell’emicrania.
Monoterapia in adulti, adolescenti e bambini di età > 6 anni con crisi parziali con o senza generalizzazione secondaria, e crisi tonico-cloniche generalizzate primarie (grand mal).
Anche utilizzato off-label come terapia per la gestione del peso, disturbi dell’umore e per il disturbo bipolare.
Differenze di genere
Nelle donne che assumono contraccettivi orali in associazione con TPM può verificarsi una riduzione dell’efficacia contraccettiva e un aumento dello spotting.
Sconsigliato in gravidanza, in quanto in fase preclinica è risultato teratogeno nei topi, nei ratti e nei conigli.
Sconsigliato in allattamento.
Tysabri (Natalizumab)
Indicazioni sul composto
Farmaco immunosoppressore formato da anticorpi monoclonali. Il farmaco blocca la migrazione delle citochine e di conseguenza agisce indirettamente sull’infiammazione riducendo la risposta immunitaria.
Utilizzo
Si usa per le patologie autoimmuni, nello specifico per il morbo di Crohn e la sclerosi multipla.
Differenze di genere
L’eliminazione del farmaco è ridotta nel sesso femminile e per questo le donne sono maggiormente soggette a effetti collaterali;
Sono state segnalate trombocitopenia e anemia in neonati figli di donne esposte al farmaco durante la gravidanza.
Warfarin (Coumadin)
Formula chimica
C19H16O4
Indicazioni sul composto
Anticoagulante.
Utilizzo
Impiegato nei pazienti con trombosi venosa profonda e fibrillazione atriale.
Differenze di genere
Nella popolazione femminile:
minore rischio di ictus
minore rischio di emorragia cerebrale
migliore sopravvivenza a 1 anno dal farmaco
dose di warfarin più basse
Nella popolazione maschile:
meno casi di sanguinamenti
dose di warfarin più elevate
Altri fattori come il peso corporeo e la composizione corporea, possono influenzare la risposta al farmaco.
Inoltre, le donne potrebbero subire variazioni degli effetti del warfarin in relazione a cambiamenti ormonali, come quelli legati alla gravidanza o alla terapia ormonale sostitutiva. Questi fattori possono richiedere un monitoraggio più attento e un aggiustamento delle dosi.
Infine, La terapia ormonale, come quella utilizzata nella menopausa, può influire sulla coagulazione e richiedere una regolazione delle dosi di warfarin. È fondamentale comunicare al medico eventuali variazioni nella terapia ormonale per garantire un monitoraggio adeguato e un'anticoagulazione efficace.
Zidovudina
Formula chimica
C10H13N5O4
Indicazioni sul composto
La zidovudina è un farmaco antivirale, inibitore della replicazione dell’HIV.
Utilizzo
Utilizzato del trattamento dell’infezione da HIV e per la riduzione della carica virale, al fine di abbassare il rischio di trasmissione del virus per via sessuale.
Differenze di genere
Le donne sono maggiormente suscettibili all'infezione da HIV rispetto agli uomini.
Le donne sieropositive necessitano di maggior supporto rispetto alla popolazione maschile.
Gli antiretrovirali nelle donne funzionano meno e comportano maggior tossicità.
Le donne in sovrappeso sono più a rischio di effetti indesiderati rispetto alla controparte maschile.
Zolpidem
Formula chimica
C₁₉H₂₁N₃O
Indicazioni sul composto
Farmaco sedativo facente parte della famiglia delle imidazopiridine, che agisce riducendo l'attività cerebrale, favorendo il sonno.
Utilizzo
Trattamento a breve termine dell’insonnia.
Differenze di genere
Dopo essere stato usato per decenni, nel 2011 la FDA ha ridotto la dose di Zolpidem da 10 mg a 5 mg per le donne a seguito delle segnalazioni degli effetti collaterali, specialmente problemi alla guida il giorno dopo, e di uno studio che ha messo in evidenza le differenze tra uomini e donne nel tasso e l'entità di assorbimento diversi. In particolare, il rilascio immediato di zolpidem ha un tasso di assorbimento superiore nelle donne del 45% rispetto agli uomini, mentre per la formulazione a rilascio controllato la differenza è tra il 50% e il 70%. Infatti, la clearance dello zolpidem nelle donne è, in media, inferiore del 35% rispetto agli uomini. Ciò significa che le donne tendono ad eliminare lo zolpidem più lentamente rispetto agli uomini. In generale, le donne tendono ad essere più sensibili agli effetti dei farmaci sedativi.
Inoltre, non solo gli ormoni femminili ma anche il testosterone possono modificare l’attività del farmaco. Quando il testosterone è presente in quantità maggiori, l’attività dello zolpidem può essere stimolata, mentre livelli bassi, come nelle donne, possono causare una diminuzione dell’attività dell’enzima. Questo è stato confermato da uno studio in cui i ratti maschi castrati hanno mostrato una farmacocinetica simile a quella delle femmine, fornendo ulteriori prove che suggeriscono che la farmacocinetica dello zolpidem è guidata dagli androgeni.
In gravidanza, lo zolpidem può causare sintomi da astinenza nel neonato. Inoltre, la popolazione femminile incorre maggiormente nella sedazione diurna, rischiando la compromissione della capacità di guida.
Altri punti rilevanti:
Le donne metabolizzano lo zolpidem più lentamente rispetto agli uomini a causa delle differenze nell'attività degli enzimi epatici, il che porta a livelli più alti del farmaco nel sangue e una durata dell’effetto più lunga.
Livelli più elevati di zolpidem nel sangue aumentano il rischio di effetti collaterali come:
Sonnolenza o sedazione il giorno successivo, che può compromettere attività come la guida.
Vertigini e confusione.
Maggiore sensibilità a danni cognitivi e psicomotori.
Altri effetti specifici che possono verificarsi nella popolazione femminile:
Lo zolpidem può attraversare la placenta, e l'uso materno durante il terzo trimestre o il travaglio può causare depressione respiratoria e sedazione nei neonati.
Lo zolpidem viene escreto nel latte materno. Alcuni rapporti evidenziano sedazione eccessiva nei neonati allattati al seno.
Le fluttuazioni negli estrogeni e nel progesterone possono influenzare la farmacodinamica e la farmacocinetica dello zolpidem nelle donne, rendendo la sua risposta biologica variabile a seconda delle fasi del ciclo ormonale.